Putin e il suo entourage (assieme alla Bielorussia) unici colpevoli di aver riportato la guerra in Europa. Sostegno materiale e politico, ma non militare, all’Ucraina. Accoglienza per chi fugge dalla guerra. Prospettiva europea per Kiev, ma per ora di adesione all’Ue non se ne parla. Ventisette uniti nelle sanzioni economiche alla Russia e nell’imboccare la strada dell’indipendenza energetica dal gas russo entro un quinquennio. Sono gli elementi principali emersi dal vertice straordinario tenuto dai capi di Stato e di governo dell’Ue, riuniti a Versailles (Parigi). Scenografia lussuosa per un summit in tempo di guerra, anche con l’intento di inviare allo zar russo l’immagine di un’Europa forte e unita. La quale sta già facendo i conti con le conseguenze dell’attacco dei carri armati russi all’Ucraina. Alle sofferenze del popolo ucraino (nella notte sono proseguiti i bombardamenti), si aggiungono la frenata dell’economia europea, la possibile ripresa dell’inflazione con un ulteriore aumento dei prezzi energetici, un commercio internazionale in affanno. E, sullo sfondo, la minaccia di una guerra che assuma ancor più vaste e distruttive proporzioni.
I leader europei si sono detti uniti sul fronte dell’aiuto materiale a Kiev, dell’assistenza ai profughi, e – nel medio periodo – per l’indipendenza energetica e il rafforzamento della difesa e della sicurezza. Ma il “recovery di guerra” da 100 miliardi, proposto dal presidente francese Emmanuel Macron (padrone di casa in quanto presidente di turno del Consiglio Ue), ha trovato ostacoli sul cammino: un nuovo debito comune, dopo quello emesso per far fronte alla pandemia e alla recessione, non trova d’accordo la Germania e i Paesi del nord d’Europa.
Il summit prosegue oggi sui temi dell’economia, dell’energia e della sicurezza e difesa.