Ucraina: appello di mons. Shevchuk per Mariupol, “città trasformata in un cimitero”.  “A tutto il mondo diciamo no alle uccisioni di massa”

“Ieri abbiamo visto le strazianti immagini del bombardamento di una clinica ostetrica. Abbiamo visto anche le immagini di fosse comuni nelle quali depongono centinaia di corpi esanimi. Oggi dobbiamo dire a tutto il mondo: No, No alle uccisioni di massa in Ucraina!”. Sono parole di dura condanna quelle pronunciate oggi da mons. Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina nel quotidiano videomessaggio. “Oggi è il 10 marzo 2022, ed è la quindicesima giornata di questa terribile guerra. Oggi la mia coscienza, la coscienza di ogni cristiano ci costringe ad alzare la voce per far suonare nel mondo intero la decisa parola “NO”, dichiarare la forte protesta contro il massacro della gente in Ucraina. In particolare, in questi ultimi minuti abbiamo visto le uccisioni di massa nella città assediata di Mariupol. Questa città, fondata dalla comunità greca come città di Maria, oggi si è trasformata in un cimitero per decine, migliaia di persone”. “Dai tempi di nazismo, dai tempi delle repressioni di Stalin, l’Ucraina non ha più visto queste sepolture di massa e le fosse comuni delle persone: senza dovuto rispetto, senza preghiera cristiana. Oggi dobbiamo dire a tutto il mondo: fermate le uccisioni di massa della gente!”. L’arcivescovo maggiore si sofferma a parlare della città di Mariupol. “Ormai da due settimane è completamente assediata. La gente muore di fame. La gente muore di freddo. Sulle loro teste cadono i razzi, i missili, le bombe.  Oggi dobbiamo ricordare di loro, e a nome loro rivolgerci al mondo intero: chiediamo di aprire i corridoi umanitari. Date la possibilità a bambini, donne, anziani di uscire da questa città assediata e fredda. Date la possibilità di mandare loro viveri, medicine, dateci la possibilità di salvare la gente. A nome della città di Mariupol ci rivolgiamo al mondo intero: salvate il cielo sopra l’Ucraina. Fate di tutto per chiudere il cielo ucraino per le armi russe, per l’aviazione russa che bombarda la popolazione civile”. L’arcivescovo rivolge anche un accorato appello per gli sfollati: “Vi chiedo di non fare caso a che lingua parlano, che chiesa frequentano, che abitudini hanno. Aprite loro i propri cuori, le proprie case, accoglieteli nel nome di Dio. Oggi davanti ai nostri occhi in Ucraina si sta verificando un’enorme, terribile catastrofe umanitaria. Ma insieme possiamo farcela. Possiamo fermarla. Possiamo fermare questa guerra”.

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