(Strasburgo) Il Parlamento chiede alla Commissione di elaborare una proposta normativa per vietare i cosiddetti “passaporti d’oro”, cioè quei programmi che concedono la cittadinanza in un Paese europeo in cambio di consistenti investimenti: “compromettono l’essenza della cittadinanza dell’Ue”, afferma il Parlamento che stigmatizza la pratica in atto a Malta, in Bulgaria e a Cipro come “fenomeno di parassitismo”. Discorso quasi uguale per i permessi di soggiorno in cambio d‘investimenti, attuati in 12 Paesi Ue: i rischi sono meno gravi, ma servono norme per controllare più scrupolosamente i richiedenti onde contrastare il riciclaggio di denaro, la corruzione e l’evasione fiscale. Il Parlamento chiede in ogni caso che sia immediata la sospensione della possibilità di ottenere visti o permessi d’oro per tutti i richiedenti russi e che i governi “riesaminino tutte le domande approvate negli ultimi anni per garantire che nessun russo avente legami finanziari, commerciali o di altro tipo con il regime di Putin conservi i propri diritti di cittadinanza e soggiorno”. Secondo dati del Parlamento europeo, almeno 130mila persone hanno beneficiato di questi programmi dal 2011 al 2019, generando entrate per oltre 21,8 miliardi di euro per i Paesi interessati.