I vescovi della Conferenza episcopale dei Paesi nordici, riuniti in questi giorni in assemblea plenaria hanno inviato da Tromsø (Norvegia) una lettera ai confratelli tedeschi, anch’essi in sessione plenaria questa settimana. “Forti legami uniscono i cattolici dei nostri Paesi alla Chiesa cattolica tedesca”, dice la lettera, perché la Chiesa al nord è rinata grazie al sostegno materiale e spirituale dei cattolici della Germania, a preti, religiosi, religiose e vescovi che “hanno generosamente donato la vita per la missione nel nord”. Il punto della lettera però è come affrontare le “sfide immense della Chiesa a livello globale” e in particolare la preoccupazione dei vescovi nordici per “l’orientamento, il metodo e i contenuti del Cammino sinodale della Chiesa in Germania”. Se è comprensibile che “il forte bisogno di cambiamenti va letto sullo sfondo della situazione concreta della Germania”, le questioni in ballo “non sono solo preoccupazioni tedesche”, perché “spetta a tutti noi” rispondere alle “terribili ferite inflitte dagli abusi”. I vescovi nordici vedono come necessario ripartire dal Vangelo e riabbracciare “con gratitudine e riverenza, il deposito immutato della fede tramandato attraverso la Chiesa”. E nella “legittima ricerca” di risposte alle domande del nostro tempo, “dobbiamo tuttavia rispettare i confini posti da temi che rappresentano aspetti immutabili dell’insegnamento della Chiesa”. Rivitalizzare la Chiesa non è una questione di “cambiamenti strutturali”, ma potrà avvenire solo concentrandosi “sul mistero sacramentale della Chiesa” perché “non possiamo aspettarci una nuova pienezza di vitalità cattolica dall’impoverimento dei contenuti della nostra fede”.