“L’aggressione – premeditata e immotivata – della Russia verso un Paese vicino ci riporta indietro di oltre ottant’anni. Non si tratta soltanto di un attacco a un Paese libero e sovrano, ma di un attacco ai nostri valori di libertà e democrazia e all’ordine internazionale che abbiamo costruito insieme”. Lo ha ribadito questa mattina il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, nelle sue comunicazioni al Senato della Repubblica sugli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina.
“Ora tocca a noi tutti decidere come reagire”, ha affermato il premier, assicurando che “l’Italia non intende voltarsi dall’altra parte”.
Draghi ha voluto anche “ribadire, ancora una volta, tutta la mia solidarietà, quella del Governo e degli italiani al presidente Zelensky, al Governo ucraino e a tutte le cittadine e cittadini dell’Ucraina”. “Voglio inoltre esprimere vicinanza alle 236mila persone di nazionalità ucraina presenti in Italia che vivono giorni drammatici per il destino dei propri cari”, ha proseguito, sottolineando che “l’Italia vi è riconoscente per il contributo che date ogni giorno alla vita del nostro Paese. Siamo al vostro fianco, nel dolore che avvertiamo di fronte alla guerra, nell’attaccamento alla pace e nella determinazione comune ad aiutare l’Ucraina a difendersi”. “Mentre condanniamo la posizione del presidente Putin, dobbiamo ricordarci che questo non è uno scontro contro la nazione e i suoi cittadini, molti dei quali non approvano le azioni del loro Governo. Dall’inizio dell’invasione, sono circa 6.000 le persone arrestate per aver manifestato contro l’invasione dell’Ucraina, 2.700 solo nella giornata di domenica”, ha ricordato Draghi, aggiungendo che “ammiro il coraggio di chi vi prende parte”. “Il Cremlino – ha ammonito – dovrebbe ascoltare queste voci e abbandonare i suoi piani di guerra”.