“Il disegno del presidente Putin si rivela oggi con contorni nitidi, nelle sue parole e nei suoi atti. Nel 2014, la Russia ha annesso la Crimea con un referendum illegale, e ha incominciato a sostenere dal punto di vista finanziario e militare le forze separatiste nel Donbass. La settimana scorsa, ha riconosciuto le due cosiddette repubbliche di Donetsk e Lugansk. Subito dopo, in seguito a settimane di disinformazione, ha invaso l’Ucraina con il pretesto di ‘un’operazione militare speciale’. Le minacce di far pagare con ‘conseguenze mai sperimentate prima nella storia’ chi osa essere d’intralcio all’invasione dell’Ucraina, e il ricatto estremo del ricorso alle armi nucleari, ci impongono una reazione rapida, ferma e soprattutto unitaria. Tollerare una guerra d’aggressione nei confronti di uno Stato sovrano europeo vorrebbe dire mettere a rischio, in maniera forse irreversibile, la pace e la sicurezza in Europa. Non possiamo lasciare che questo accada”. Lo ha affermato questa mattina il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, nelle sue comunicazioni al Senato della Repubblica sugli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina.
Il premier ha sottolineato che “l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia segna una svolta decisiva nella storia europea” e che “le immagini che ci arrivano da Kiev, Kharkiv, Mariupol e dalle altre città dell’Ucraina in lotta per la libertà dell’Europa segnano la fine” delle “illusioni” createsi negli ultimi decenni e che hanno portato “molti” a pensare che “la guerra non avrebbe più trovato spazio in Europa” e che “potessimo dare per scontate le conquiste di pace, sicurezza, benessere che le generazioni che ci hanno preceduto avevano ottenuto con enormi sacrifici”.