Le Caritas diocesane della Romania cercano insieme soluzioni all’emergenza rifugiati dopo il flusso quotidiano, numeroso, di persone che entrano in Romania dall’Ucraina, in fuga dalla guerra. La Confederazione Caritas Romania ha tenuto oggi una riunione con i responsabili delle Caritas delle diocesi ed eparchie cattoliche della Romania. Al momento, la Romania è per i rifugiati dall’Ucraina un Paese piuttosto di passaggio che di sosta. Nelle ultime ventiquattro ore sono entrate in Romania dall’Ucraina 76.642 persone e sono uscite 73.180, e di queste solo un terzo circa sono cittadini ucraini, secondo un comunicato dell’Ispettorato generale della polizia romena di frontiera. I più numerosi sono entrati dalla frontiera con la Repubblica Moldova; gli altri, dalla frontiera con l’Ucraina. Dal 24 febbraio ad oggi, sono entrati in Romania circa 89mila cittadini ucraini e ne sono usciti 50mila. E i richiedenti di asilo sono meno di 400. Tra i Paesi vicini all’Ucraina, la Romania ha il confine più esteso, perciò i punti di frontiera sono vari e le autorità romene hanno preso misure per evitare affollamenti nelle dogane. Le Chiese cattolica e ortodossa sono accorse in aiuto ai rifugiati sin dal primo giorno della guerra scoppiata nel Paese vicino e i primi ad ospitare i fuggitivi – in gran parte mamme con figli – sono stati i monasteri ortodossi e cattolici nelle zone di prossimità alla frontiera.