Migranti: Actionaid e Openpolis, “in tre anni diminuiti del 40% i posti disponibili nelle strutture di accoglienza”

“In risposta alla diminuzione delle presenze, tra il 2018 e il 2020 abbiamo assistito a una diminuzione del 25,1% del numero di centri attivi sul territorio nazionale e del 40,2% dei posti complessivamente disponibili (il 46,8% in meno nel sistema Sprar/Siproimi)”. Lo rileva il rapporto Centri d’Italia 2021 di ActionAid e Openpolis, resi per la prima volta accessibili, consultabili e scaricabili in formato aperto dalla piattaforma di monitoraggio centriditalia.it. “In termini assoluti, al 31 dicembre 2020 erano attivi 4.556 Cas, 4.570 strutture Sprar/Siproimi e 12 centri di prima accoglienza. Tra il 2018 e il 2020 sono stati chiusi 3.137 centri in Italia. A fine 2020, 7 persone su 10 sono accolte in centri di gestione prefettizia. Di questi, i centri di piccole dimensioni sono quelli ad aver perso più posti dal 2018 al 2020, quasi 22mila”.
Nel sistema dell’accoglienza aumenta in tre anni la centralità delle città più grandi. Le 16 città più popolose – quelle con più di 200mila abitanti – ospitano il 18,2% delle persone, 2 anni prima questa percentuale era al 14,2%; in media i centri a Roma e Milano sono molto più grandi che nel resto del paese. A Milano la capienza media dei centri è circa 10 volte la media nazionale. “Fino a quando la maggioranza dei richiedenti asilo che si trovano nel paese sarà ospitata in centri ‘straordinari’, non ci potrà essere approccio sistemico all’accoglienza sui territori – dice Fabrizio Coresi, programme expert on migration di ActionAid -. Fino a quando non sarà favorita con decisione un’accoglienza diffusa a titolarità pubblica, non saranno definitivamente eliminate di fatto le disparità di diritti e di servizi, né l’impatto differenziato che un arbitrario inserimento in uno o nell’altro circuito di accoglienza ha sulla vita delle persone ospitate”.

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