“Ascoltare con l’orecchio del cuore” è “il tema che Papa Francesco ha scelto per il messaggio in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali di quest’anno. Vedere – il tema dello scorso anno – e ascoltare – il tema di quest’anno – sono due verbi che caratterizzano lo stile di un buon giornalista”. Lo ha detto mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, nella messa celebrata oggi per i giornalisti nella chiesa di S. Stefano, a Ferrara, per la festa di San Francesco di Sales (24 gennaio). “Ascoltare”, ha evidenziato il presule riportando le parole del Papa, è un verbo “decisivo nella grammatica della comunicazione e condizione di un autentico dialogo”. “Se sul piano degli strumenti dell’ascolto oggi riconosciamo uno sviluppo”, stiamo, invece, “perdendo la capacità di ascoltare chi abbiamo di fronte nella trama normale dei rapporti quotidiani”. L’ascolto, ha affermato mons. Perego, “è lo stile di Dio e lo stile che Dio chiede all’uomo”. E “l’ascolto che Dio Padre e il suo Figlio Gesù chiedono all’uomo è l’ascolto del cuore”. Per l’arcivescovo, “un cuore che ascolta è anche condizione della comunicazione”. Ricordando ancora l’invito del Papa a “non alimentare i pregiudizi”, come avviene per ciò che riguarda “la realtà delle migrazioni”, dove sarebbe importante “vincere i pregiudizi” e ascoltare “le loro storie”, il presule ha domandato: “Quante volte – per rimanere a questo argomento – sulle pagine dei nostri giornali hanno trovato posto, ad esempio, le storie delle cento donne richiedenti asilo e rifugiate accolte dalla nostra Caritas diocesana, con i loro cinquanta bambini, molti dei quali nati nella nostra città? Ascoltiamole queste storie di migrazioni”. Anche “nella Chiesa – ha aggiunto mons. Perego – è questo tempo d’ascolto. Il cammino sinodale, iniziato anche nella nostra Chiesa, vuole essere un cammino che parte dall’ascolto e dalla narrazione per percepire la realtà della Chiesa e non soltanto alcune voci”.
Dopo aver ringraziato i giornalisti per il “lavoro prezioso al servizio di una comunicazione diffusa, fondamento della democrazia”, l’arcivescovo li ha incoraggiati “ad ascoltare tutte le persone protagoniste di ogni vicenda e con il cuore, cercando di cogliere in ogni storia gli aspetti più veri e profondi”.