“Abbiamo riunito persone diverse, contadini, indigeni, leader religiosi, leader sociali, per pensare insieme, riflettere e cercare alternative che ci portino ad essere custodi della casa comune, a essere più responsabili con la cura del comune casa. Ci auguriamo che ciò su cui riflettiamo porti benefici per il nostro territorio, per l’Amazzonia e per questa casa comune, che è la casa di tutti”. È quanto afferma il vescovo del vicariato apostolico di Puerto Leguízamo Solano (Colombia, dipartimento amazzonico del Putumayo), mons. Joaquín Pinzón, nel tracciare un bilancio della “minga” (assemblea) indigena, che si è tenuta nei giorni scorsi a Puerto Leguízamo. Nei giorni successivi, sempre nella stessa città, si sono ritrovati i missionari della Consolata del Continente latinoamericano. “Prendersi cura della nostra casa comune è compito di tutti noi”, ha affermato il vescovo, che ha spiegato: “Non siamo solo persone, siamo persone in relazione con la nostra casa comune. Non spetta a noi distruggere la natura che Dio ha posto nelle nostre mani”.
Commenta l’esperto di diritti umani Cristiano Morsolin: “Il vescovo Pinzón ha appena coordinato con la sua Chiesa nell’Amazzonia questi due incontri molto importanti, la ‘minga per la custodia della Casa comune’ e ‘l’incontro dei missionari della Consolata’, nei giorni del secondo anniversario della lettera apostolica di Papa Francesco Querida Amazonia. Le sue parole pongono nell’agenda nazionale l’esigenza della difesa della casa comune, in continuità con il servizio dei padri della Consolata, avviato in Colombia dal vescovo Lino Cuniberti e dall’antropologo e missionario Gaetano Mazzoleni. Quella del vescovo è una presa di posizione importante, perché nella campagna elettorale per le elezioni parlamentari di marzo e presidenziali di maggio nessuno cita il tema dell’Amazzonia e della difesa della casa comune, mentre lo sfruttamento selvaggio delle multinazionali sta distruggendo il polmone del pianeta”.
Un forte impegno per l’Amazzonia e la sintonia con il Sinodo del 2019 è stato espresso, nel loro documento finale, dai missionari della Consolata. Nell’incontro della scorsa settimana sono state avviate anche delle nuove iniziative, come la creazione del Centro amazzonico per il pensiero interculturale (Capi) presentato all’incontro dal vicariato di Puerto Leguízamo Solano, frutto di un processo di riflessione e discernimento. “È un’iniziativa per promuovere la riflessione, la formazione e l’organizzazione delle diverse esperienze missionarie che si intrecciano con le comunità e i diversi popoli che fanno parte di questo territorio – si legge nel documento finale -. Insieme al Capi, sosteniamo la creazione di un’équipe missionaria itinerante trifrontaliera per il bacino del Putumayo, in Colombia, Perù ed Ecuador”.