“A un anno dall’escalation degli scontri per la conquista del ‘ricco’ governatorato yemenita di Marib, la situazione umanitaria nell’area è disastrosa. Si contano almeno 1 milione di sfollati, mentre gli scontri non accennano a fermarsi. L’acuirsi del conflitto, dallo scorso febbraio, ha già costretto oltre 100mila persone ad abbandonare le proprie case, per cercare scampo dagli attacchi che continuano a colpire obiettivi civili: 43 solo a gennaio, oltre un quinto degli attacchi totali nell’ultimo anno”. È quanto denunciato oggi da Oxfam, che rilancia un appello urgente alla comunità internazionale perché fermi un massacro che non sembra avere fine, facendo pressione sulle parti in conflitto per un immediato cessate il fuoco e riaprendo un dialogo che porti a una pace duratura.
Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia, ribadisce che “ciò che sta accadendo a Marib è un’istantanea dell’orrore e della sofferenza che tutto il popolo yemenita vive da ormai sette anni”. “Le vittime civili – arrivate a oltre 18.000 tra morti e feriti – sono solo il danno collaterale di una guerra, che viola ogni regola del diritto internazionale, condannando la popolazione a vivere nell’incubo di bombe e missili sparati via terra. Nelle ultime settimane sono stati uccisi bambini che badavano agli animali o raccoglievano la legna. A gennaio 8 civili solo a Marib sono esplosi su mine anti-uomo illegali, disseminate ovunque nei terreni agricoli, lungo le strade o i binari percorsi dagli sfollati che si spostano di continuo attraverso il Paese. Papa Francesco ha recentemente ricordato l’indifferenza della comunità internazionale per la tragedia dello Yemen, gli interessi legati alla vendita delle armi, lanciando un nuovo appello per la pace”.
Al momento nel governatorato di Marib si contano tra 120 e 150 campi informali e ufficiali, in cui quasi 2 milioni di profughi trovano riparo (secondo le stime delle autorità locali). Uomini, donne e bambini spesso scappati già 5 o 6 volte dai luoghi in cui avevano trovato una sistemazione.