“Le mutilazioni genitali femminili stanno aumentando fra le ragazze nigeriane da 0 a 14 anni. I casi sono aumentati dal 16,9% del 2013 al 19,2% nel 2018, una ‘tendenza preoccupante’. Rimangono molto diffuse in Nigeria”. Lo dichiara in una nota l’Unicef, che segnala inoltre come, “con un numero stimato di 19,9 milioni di sopravvissute, in Nigeria si registri il terzo numero più elevato di donne che sono state sottoposte a mutilazioni genitali femminili nel mondo”.
Mentre la diffusione a livello nazionale della pratica fra le donne in Nigeria fra 15 e 49 anni è diminuita dal 25% nel 2013 al 20% nel 2018, la percentuale fra le ragazze fra 0 e 14 anni è aumentata dal 16,9% al 19,2% nello stesso periodo, secondo i dati del Nigeria Demographic and Health Survey. Una percentuale stimata dell’86% delle donne ha subito mutilazioni genitali prima dei 5 anni, mentre l’8% fra i 5 e i 14 anni. “Milioni di ragazze vengono private della loro infanzia, salute, istruzione e aspirazioni ogni giorno a causa di pratiche dannose come le mutilazioni genitali femminili – ha dichiarato Peter Hawkins, rappresentante dell’Unicef in Nigeria -. Questa pratica non solo non ha nessun beneficio in termini di salute, è profondamente pericolosa per ragazze e donne, sia fisicamente che psicologicamente. È una pratica che non può esistere nella nostra società di oggi e dobbiamo porle fine, visto che molte comunità nigeriane si sono già impegnate a farlo”.
La diffusione negli Stati va dal 62% di Imo a meno dell’1% di Adamawa e Gombe. La percentuale di mutilazioni genitali femminili è più alta nel Sud-Est (35%) e nel Sud-Ovest (30%) e più bassa nel Nord-Est (6%). L’Unicef sta avviando un movimento su base comunitaria per eliminare le mutilazioni genitali femminile in cinque Stati della Nigeria in cui si riscontra un’alta percentuale: Ebonyi, Ekiti, Imo, Osun e Oyo. Circa 3 milioni di ragazze e donne sarebbero state sottoposte alla pratica in questi stati negli ultimi cinque anni. Si stima che nel mondo siano a rischio di mutilazioni genitali femminili 68 milioni di ragazze fra il 2015 e il 2030. “Col Covid-19 che continua a far chiudere le scuole e interrompere i programmi che aiutano a proteggere le ragazze da questa pratica dannosa, ulteriori 2 milioni di casi potrebbero verificarsi in questo decennio”.