I migranti “gridano all’Europa e al mondo ricco che sia rispettato il diritto umano all’immigrazione”. A parlare è il card. Cristóbal López Romero, arcivescovo salesiano di Rabat (Marocco), alla vigilia dell’Incontro dei vescovi e sindaci del Mediterraneo che si terrà dal 23 al 27 febbraio, a Firenze, e si concluderà con la visita di Papa Francesco. “All’art. 13 della Dichiarazione universale dei diritti umani – ricorda l’arcivescovo in un’intervista rilasciata al Sir – si dice che ‘ognuno ha il diritto di muoversi liberamente e di scegliere la propria residenza nel territorio di uno Stato’. Ognuno ha quindi il diritto di andarsene da qualsiasi Paese e il diritto di ritornare. Chi può negare ad un fratello il diritto di partire da situazioni di guerra o di miseria? Come negare a qualcuno il diritto di cercare una vita dignitosa in condizioni umane? Certo, questo diritto alla migrazione deve essere organizzato e regolamentato ma non può essere che le uniche misure prese siano di polizia che consistono nella chiusura di tutto un continente”. Riguardo alla frequente denuncia di Papa Francesco su un Mediterraneo diventato in questi anni il più grande cimitero d’Europa, il card. Lopez Romero dice: “Penso che Cristo stesso, nella persona di questi fratelli, ci grida: ‘Ecco, io sto alla porta e busso’. E sarà Cristo stesso che nel giudizio finale ci dirà: ‘Venite alla mia destra perché ero straniero e mi avete accolto oppure alla mia sinistra perché ero straniero e mi avete respinto’. Non può essere che le uniche misure siano le chiusure delle frontiere o la costruzione di muri, recinzioni e fossati. Il grido di Cristo è questo: ‘Ecco, io sto alla porta e busso’”.