Presiederà la celebrazione eucaristica per salutare e benedire la Chiesa di Cerignola-Ascoli Satriano, sabato 12 febbraio, alle 19, nella cattedrale di Cerignola e compirà l’ingresso nell’arcidiocesi di Catania dopo una settimana, il 19 febbraio, con la messa che avrà inizio alle ore 16 nella cattedrale della città etnea: sono questi i prossimi appuntamenti che, trasmessi anche via etere dalle antenne di TeleDehon (canale 18 e 518 del digitale terrestre), attendono mons. Luigi Renna, nominato da Papa Francesco, lo scorso 8 gennaio, dopo sei anni di episcopato in terra di Capitanata, nuovo arcivescovo di Catania. “Ringrazio Papa Francesco – ha affermato nel giorno della nomina – per la fiducia che ha avuto nell’affidarmi un carico così grande: mi fido del suo discernimento! Lo ringrazio anche perché ci spinge sempre a seguire la via stretta ma sicura del Vangelo, in scelte piccole e grandi”.
Ha attinto dallo “stile del Vaticano II” il presule per comunicare ai presenti nel salone “Giovanni Paolo II” dell’episcopio di Cerignola la notizia della nomina a guida della Chiesa di Catania: uno stile “che crede, anzitutto, che la liturgia è fonte e culmine; che nella Parola Dio si rivolge a noi come ad amici; che la Chiesa è popolo di Dio; che il rapporto Chiesa-mondo è improntato a condivisione piuttosto che a fuga dalla realtà o commistione con i poteri; che l’ecumenismo è via in cui credere e da perseguire con amore e pazienza; che la formazione del clero deve tendere all’unità tra ministero e vita; che i laici hanno la dignità di chi edifica la Chiesa ‘crismando’ le realtà temporali; che la dignità dell’uomo è gloria di Dio; che i poveri sono la nostra opzione preferenziale; che il compito di educare è nel Dna della Chiesa che è Madre; che la comunicazione sociale è una forma di evangelizzazione”.
Sono le voci della carta d’identità che hanno caratterizzato il suo episcopato fin dall’avvio nella diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano e che costituiscono l’“humus” del suo essere pastore.
Due i “compiti” che mons. Renna assegna alla Chiesa locale prima di raggiungere la Sicilia: “Mi sento come Abramo che lascia la sua terra per andare verso un luogo totalmente inesplorato” – si legge in un suo messaggio –, individuabili nel “procedere del cammino sinodale, che è solo agli inizi” e nel “rinnovamento della catechesi dell’iniziazione cristiana”, senza dimenticare che “vi voglio e vi vorrò sempre bene”.