“Come una famiglia, la Costa Rica è andata a votare questo 6 febbraio. Ci congratuliamo con tutti coloro che hanno espresso il loro voto e partecipato a questa giornata elettorale; così come a tutti coloro che hanno messo a disposizione il loro nome per candidarsi a una carica di elezione popolare”. Lo affermano i vescovi del Paese centroamericano, in un messaggio pubblicato ieri, all’indomani del primo turno elettorale, svoltosi in una modalità tranquilla e pacifica. I risultati definitivi hanno confermato che il nuovo presidente sarà scelto il 3 aprile attraverso il ballottaggio tra José María Figueres Olsen del Partito di liberazione nazionale (27,26%) e Rodrigo Chaves Robles del Partito socialdemocratico del progresso (16,70%).
Nonostante l’astensione, finora molto elevata (oltre il 40% dell’elettorato), la Conferenza episcopale invita a “continuare a tutelare i valori della nostra Nazione e un sistema che richiede il sostegno di tutti”, affinché si possa dare rappresentanza ai cittadini e si possa rafforzare la democrazia.
“Ci congratuliamo con i deputati che sono stati eletti e li invitiamo a lavorare per legiferare a favore del bene comune, tutelando, soprattutto, gli interessi dei più indifesi”, sottolineano i vescovi. Guardando al ballottaggio, i presuli invitano i due candidati a presentare chiaramente le loro proposte, per il bene del Paese, in una campagna basata sulle idee, facendo prevalere il rispetto e la consapevolezza di lavorare tutti per il bene della nazione. “Il nostro appello è di unire gli sforzi per migliorare la qualità della vita degli abitanti del nostro Paese, soprattutto portando a uno sviluppo globale alle classi più povere e non protette”, hanno affermato i vescovi, con un appello a difendere la democrazia e a far prevalere la volontà di lavorare per il bene comune, sia da parte degli elettori sia di coloro che occuperanno le cariche pubbliche.