“La novità del processo sinodale suscita certamente molta gioia e dinamismo, ma anche un certo numero di incertezze che devono essere affrontate”. È quanto si legge in una nota della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi, che riferisce di una riunione del XVI Consiglio ordinario del Sinodo dei vescovi, svoltasi il 26 gennaio scorso e al centro della quale c’è stata “una verifica dell’andamento del processo sinodale e una nota per la realizzazione dei ‘rapporti’ delle diocesi, delle conferenze episcopali, dei sinodi delle chiese orientali o altri organismi ecclesiali”. “Emerge sempre più la consapevolezza che la conversione sinodale a cui è chiamato ogni singolo battezzato, è un processo lungo che necessiterà un tempo maggiore del processo stesso”, si legge nel comunicato: “Da più parti giunge il desiderio che il cammino avviato a livello locale prosegua nell’arco dell’intero processo e ben oltre ancora, affinché la comunità ecclesiale possa sempre più rendere tangibile la sinodalità quale dimensione costitutiva della Chiesa”. Di fronte alle numerose richieste pervenute alla Segreteria generale, si sta preparando una Nota per l’elaborazione dei “rapporti” da parte delle diocesi e delle conferenze episcopali, come “strumento a servizio delle varie realtà ecclesiali che saranno impegnate nei prossimi mesi nella stesura dei risultati del loro discernimento ecclesiale”. A tre mesi circa dall’apertura del processo sinodale, il Consiglio ordinario ha espresso “grande soddisfazione per l’andamento del processo a livello locale”: “Ben 98% delle conferenze episcopali e sinodi delle chiese orientali a livello mondiale hanno nominato una persona o un’intera équipe per l’implementazione del processo sinodale”. “Il laicato, organizzato o meno, e la vita consacrata in particolare mostrano un grande entusiasmo che si traduce in una miriade di iniziative volte a promuovere la consultazione e il discernimento ecclesiale”, si legge nella nota. Il processo sinodale è accolto “con gioia ed entusiasmo” in diversi paesi dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia: dove un processo sinodale diocesano o nazionale era già in corso o stava per iniziare, “si è riuscito ad armonizzare le due dinamiche sinodali, e il prolungamento della fase di ascolto del popolo di Dio è stato particolarmente ben apprezzato”. La dimensione ecumenica è “piuttosto ben integrata”: anche da parte delle altre confessioni cristiane “si registra a livello locale un certo entusiasmo e il desiderio di contribuire al cammino intrapreso dalla Chiesa cattolica”. Uno “sforzo coerente”, secondo il Consiglio ordinario, è stato fatto per promuovere la comunicazione attraverso vari media e piattaforme online. In molte diocesi e conferenze episcopali sono sorti siti web e pagine nelle reti sociali, volte a fornire e a raccontare il cammino nelle proprie realtà. Dal canto suo, la Segreteria generale si avvale, oltre al sito istituzionale, anche di altri strumenti quali una newsletter settimanale, un sito per raccogliere le esperienze e le risorse prodotte a livello locale (synodresources.org) e un sito di preghiera per il Sinodo (prayforthesynod.va) realizzato insieme alla Rete mondiale di Preghiera del Papa e Unione internazionale superiori generali. Tra le criticità, si segnalano “paure e reticente tra alcuni gruppi di fedeli e tra il clero”, e “una certa sfiducia tra i laici che dubitano che il loro contributo venga realmente preso in considerazione”. Tra le sfide, “la necessità di una formazione” e del maggiore coinvolgimento dei giovani e di “coloro che vivono ai margini delle istituzioni ecclesiali”.