Tanti i relatori e appartenenti a vari ambiti – dalle aziende, alla politica, al mondo accademico, ai media – per la prima giornata del convegno di Telefono Azzurro “Nell’universo virtuale servono diritti reali” che si è tenuto oggi a Milano presso l’Università Bocconi e in streaming, in occasione del Safer Internet Day. “L’obiettivo di mettere a confronto società civile, istituzioni, Terzo settore, legislatore e aziende per promuovere una nuova cultura e nuove prassi, che garantiscano i diritti e la protezione dei più giovani nel mondo digitale”, fa sapere Telefono Azzurro, “è stato pienamente raggiunto, con spunti di discussione molto rilevanti e in parte inediti nell’approccio al problema”.
Tra questi, la considerazione di come si discuta da anni di questi temi, ma sempre all’interno di un mondo di adulti, spesso ignaro del nuovo profilo dei nativi digitali. Come ha sottolineato Giovanni Ziccardi, professore associato di Filosofia del diritto dell’Università degli studi di Milano, evidenziando come le iniziative più belle ed efficaci su questi temi in questi ultimi anni siano arrivate proprio dai ragazzi.
Giuseppe Riva, professore ordinario di Psicologia generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, esperto di neuroscienze, dopo la pandemia oggi i giovani sono sempre più online, ma ciò ha comportato una riduzione della qualità della loro esperienza. Questo tempo trascorso online in contatto con i loro simili non produce infatti gli effetti positivi delle relazioni tradizionali e i giovani finiscono per sentirsi sempre più soli. Altro tema discusso oggi è quello dei giovani che usano per lo più il digitale per informarsi. È’ quindi necessario, secondo Telefono Azzurro, discutere sulla responsabilità che hanno gli operatori della comunicazione nella costruzione della realtà percepita dai giovani.
Passando al discorso sulle piattaforme, è stato detto che demonizzare i social media non migliora la nuova società. Il loro ruolo è importante, ma parallelamente il tema fondamentale è la necessaria formazione ed educazione degli adulti, che spesso non conoscono l’ambiente in cui i loro figli trascorrono gran parte delle giornate.
In conclusione, “nel mondo digitale ci devono essere regole e contrasto dei crimini esattamente come avviene nel mondo reale e le regole vanno sviluppate insieme da tutti i soggetti interessati, perché siano efficaci per quella che è la realtà effettiva del digitale e perché non siano obsolete ancora prima di essere attuate. E in questo bisogna superare le differenze culturali tra i vari Stati, perché tutti hanno comunque al centro la dignità dell’individuo e da questo sono uniti”.