Politica: mons. Toso (Faenza), “comunità e associazionismo s’interroghino su come vivere la dimensione sociale della fede”

“Di fronte sta il Paese e la sua domanda di politica nuova. Sarebbe una grave omissione se il mondo ecclesiale non si assumesse la responsabilità di questa stagione, particolarmente cruciale per il futuro”. Lo ha detto mons. Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana, nominato nei giorni scorsi componente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani, in un’intervista. “Le nostre comunità e il mondo associazionistico non possono continuare a proseguire sulla loro strada come se nulla fosse avvenuto – ha aggiunto il presule -, senza porsi interrogativi su come vivere la dimensione sociale della fede e su come esercitare un discernimento disincantato a servizio del bene comune. C’è bisogno di investire in formazione sociale e di canalizzare forze nuove nella partecipazione e nella rappresentanza politica”.
L’auspicio di mons. Toso è quello di “una svolta culturale decisa, rispetto al pensiero individualistico, libertario, transumanista, che si sta sempre più candidando a costituirne il substrato morale, antropologico, giuridico”. “Una tale piega ideologica è causa dello smantellamento dei pilastri della democrazia, quale è codificata nelle principali carte costituzionali d’Europa, ma non solo – ha osservato il presule -. Sarebbe fatale accettare una democrazia soggiogata da una cultura fluida, da visioni libertarie, laicistiche, tecnocratiche. La democrazia entrerebbe in uno stato di confusione di identità, sul piano morale e giuridico. Finirebbe per vivere in preda a contraddizioni interne, che ne destrutturerebbero l’anima personalista, pluralista, comunitaria, solidale, trascendente”.

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