La guerra è “un controsenso della creazione, per questo la guerra è sempre distruzione. Lavorare la terra, curare i figli, portare avanti una famiglia, lavorare per la società significa costruire. La guerra, invece, distrugge”. A ribadirlo è il Papa, nell’intervista trasmessa ieri dal programma di RaiTre “Che tempo che fa”. “Quello che si fa con i migranti è criminale”, ha esclamato Francesco: “Per arrivare al mare soffrono tanto, ci sono i legar dei trafficanti in Libia: soffrono, rischiano per traversare il Mediterraneo e poi alcune volte sono respinti”. “Il fatto che il Mediterraneo sia ora il cimitero più grande d’Europa ci deve far pensare”, la tesi del Papa: “Ogni Paese indichi delle quote. Serve equilibrio: c’è l’Unione europea, si metta d’accordo, in comunione. Il migrante va accolto, accompagnato, promosso e integrato, Va anche integrato, e questo è molto importante”. No, allora, alla “cultura dell’indifferenza”, di cui “siamo ammalati”: “C’è un problema di categorizzazione, di primo e secondo posto e le guerre, mi dispiace dirlo, in questo momento sono al primo posto. Bambini, migranti, poveri, coloro che non hanno da mangiare non contano, sono nelle categorie basse, non sono al primo posto. Nell’immaginario universale quello che conta è la guerra. Con un anno senza fare armi si può dare da mangiare e fare educazione per tutto il mondo in modo gratuito, ma questo è in secondo piano. Si pensa alle guerre, è duro ma è la verità. La prima categoria è la guerra, gli altri al secondo posto. Guerra ideologica, commerciale, di potere, per andare avanti e tante fabbriche di armi”.