“Per capire la portata dell’impatto della pandemia su questa generazione, basta prendere in considerazione la scuola secondaria di primo grado, dove più di mezzo milione di studenti che frequentano oggi la terza media non ha mai vissuto pienamente gli ambienti di apprendimento che la scuola offre: si sono destreggiati tra Dad, Did, quarantene, non potendo, in molti casi, neanche fare una vera e propria ricreazione con gli altri studenti, partire in gita, partecipare alle feste e alle attività extracurriculari che consentono di conoscersi ancora di più e meglio, anche al di fuori dell’orario scolastico”, afferma Raffaela Milano, di Save the Children, direttrice dei Programmi Italia Europa di Save the Children. “Non possiamo attendere che la sola, auspicata, ripresa economica compensi automaticamente il forte deficit di relazioni e di fiducia nel futuro, che si sta allargando a macchia d’olio. Come Paese dobbiamo attrezzarci per rispondere subito a questa emergenza silenziosa”. Per questo, Save the Children chiede al Governo centrale e alle Regioni “un piano di azione nazionale per il benessere e la salute psicofisica dei bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie. È indispensabile un impegno congiunto e coordinato del Servizio sanitario nazionale e di quello socioeducativo, poiché solo attraverso un’azione sinergica, che veda protagoniste anche le famiglie, il terzo settore e il mondo dello sport, sarà possibile prevenire effetti di lungo periodo su una intera generazione”.
Per i bambini e gli adolescenti più colpiti dalla crisi, sottolinea l’organizzazione, è necessaria l’attivazione immediata di “ristori educativi”, ovvero “di un pacchetto gratuito di opportunità extra-scolastiche (attività culturali, attività sportive, soggiorni estivi, sostegno allo studio, sostegno psicologico). Queste opportunità dovrebbero essere definite dagli stessi ragazzi e ragazze, rendendoli finalmente protagonisti delle scelte, per vivere esperienze educative di qualità che rafforzino l’autostima e la motivazione”.
“Già prima della pandemia i servizi di salute mentale per l’età evolutiva erano molto carenti e distribuiti in modo disuguale sul territorio. Oggi, a due anni dalla pandemia, è indispensabile che le misure di rafforzamento della rete siano immediatamente rese operative, anche avvalendosi delle risorse stanziate dal Pnrr, e che si effettui una attenta verifica sulle liste di attesa per l’accesso ai servizi, a garanzia del diritto alla salute per tutti i bambini e gli adolescenti. Chiediamo infine al Governo centrale e alle Regioni di promuovere un’azione capillare di sensibilizzazione, informazione e orientamento rivolta ai genitori, ai docenti, agli educatori e agli stessi ragazzi e ragazze per mettere il benessere psicofisico al centro, superando lo stigma che ancora oggi circonda l’accesso alle cure per la salute mentale e formando tutte le figure educative nella capacità di riconoscere tempestivamente ogni segnale di disagio”, conclude Milano.
Un breve video con l’animazione dei principali dati è disponibile qui.