In occasione della Giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili, che si celebrerà domenica prossima, la Caritas tedesca, l’associazione In Via Germany e l’Associazione cattolica per il servizio sociale delle donne (Skf) chiedono che finalmente si faccia di tutto contro le mutilazioni genitali. I servizi preventivi, la consulenza e il supporto medico per ragazze e donne in Germania dovrebbero essere ampliate. “L’Ufficio federale della migrazione e dei rifugiati deve riconoscere le mutilazioni genitali nella procedura di asilo come motivo di asilo specifico per genere”, è scritto in un odierno comunicato stampa. La mutilazione genitale femminile “è una grave violazione dei diritti umani”. Da anni i centri di consulenza della Caritas misurano le drammatiche conseguenze di questi interventi. “Le mutilazioni genitali sono un danno al corpo e all’anima. Violano l’autodeterminazione sessuale e aumentano il rischio di complicazioni alla nascita di un figlio”. Per la Caritas “è passato troppo tempo per porre fine a queste pratiche a livello nazionale e internazionale”, afferma Eva Maria Welskop-Deffaa, presidente della Caritas tedesca. Dal 2013, la mutilazione e la circoncisione dei genitali femminili sono reato penale in Germania. Secondo un’indagine del ministero federale della famiglia, in Germania sono state colpite 67mila ragazze e donne.
“Gli operatori sanitari e socioeducativi possono aiutare in modo sensibile e adeguato le donne e le ragazze colpite o minacciate – afferma Welskop-Deffaa –, ma soprattutto il lavoro di prevenzione deve essere ampliato e supportato in modo affidabile dal settore pubblico”. “Molte donne che si rivolgono a noi per una consulenza non parlano inizialmente di circoncisione a causa della violenza che hanno subito e della vergogna che provano. Diventa un argomento solo man mano che la conversazione procede”, sottolinea Birgit Wetter-Kürten, consulente di Skf.