“Cattoliche”. Questo l’argomento del numero di febbraio di “Donne Chiesa Mondo”, il mensile de L’Osservatore Romano. “Essere cattoliche oggi vuol dire vivere la fede nel presente, nel mondo che cambia, nei ruoli che si modificano. Significa stare nella Chiesa e vederla/volerla cambiare, declinarla al femminile e contare di più. Non fermarsi alla tradizione, ma accettarne gli insegnamenti e andare avanti. In questo numero troverete le storie di alcune donne che hanno fatto questo percorso. Sceglierle non è stato facile. Sono ormai tante quelle che, proprio testimoniando la loro fede, sono ispiratrici di cambiamento sociale e culturale”, si legge nell’editoriale che introduce al numero del periodico. Numerose le testimonianze, che mostrano “esempi di nuovi modi di stare e di vivere nella Chiesa”. Come Elisabeth Schüssler Fiorenza, pioniera della teologia femminista, la studiosa che ne ha rivelato la non neutralità. Come Emilce Cuda, la prima donna capo ufficio della Pontificia commissione per l’America latina, teologa che crede in una morale sociale che parte dal popolo. Teresa Forcades, la monaca benedettina che esplora con audacia nuovi territori dell’etica e della conoscenza e che invita a conoscere e a riconoscere “la storia femminile” della Chiesa. “Siamo andate a trovarla nel suo monastero, a Montserrat – scrivono le redattrici –. Non è un terreno sempre facile quello su cui camminano le cattoliche. Se molte difficoltà sono state superate, essere giovani nella Chiesa può essere faticoso, come testimonia Koketzo Mary Zomba, rappresentante per l’Africa meridionale al Sinodo dei giovani. Ed è difficile anche promuovere una leadership femminile, racconta Zuzanna Flisowska-Caridi, responsabile dell’ufficio di Roma di Voices of Faith. Ma le cattoliche vanno avanti. E con coraggio interpellano la Chiesa. Maria Lía Zervino, presidente dell’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche, chiede a Francesco un passo in più”. “Come donna mi sento in credito – gli ha scritto – non sono stati fatti progressi sufficienti per trarre vantaggio dalla ricchezza delle donne che costituiscono gran parte del popolo di Dio”. Di questa ricchezza fa parte il Coordinamento teologhe italiane. La presidente Lucia Vantini scrive del ruolo e dei compiti del femminismo nella Chiesa, dello sforzo di costruire una teologia che ospiti e valorizzi le differenze, che scenda in campo contro stereotipi e resistenze patriarcali che rischiano di distorcere il messaggio cristiano. “Apriamo il giornale con Barbara Jatta – conclude l’editoriale –, direttore dei Musei Vaticani, la prima donna, in cinquecento anni, a coprire questo incarico. Mentre la seguiamo in un tour dell’anima tra le opere con soggetto femminile ci mostra come l’arte possa divenire parola evangelica”.