“La vocazione del custodire. È risposta che Dio suscita ai grandi problemi e interrogativi del tempo difficile che stiamo vivendo e che vede le minacce alla vita aggravate dal diffondersi della pandemia da Covid-19 e dalle sue conseguenze”. Lo ha detto l’ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò, nel messaggio per la Giornata della vita, che si celebra il 6 febbraio. “Succede che le grandi tragedie della storia, mentre seminano disperazione, dolore e morte, portano alla luce un bene sommerso o suscitano nuovi frutti di opere buone, germogliati grazie alla fantasia creativa della carità del cuore umano”, ha aggiunto . L’arcivescovo ha poi osservato che “rileggendo i primi momenti della pandemia, non si vede forse come sia stata la custodia a proteggere, salvare, aiutare, rendere più sopportabile l’immane tragedia che stavamo vivendo?”. “È risposta, quella del custodire, che voi militari conoscete bene; è una vocazione che vi appartiene – ha detto -. Custodire la vita. Custodire la vita di coloro che vivono condizioni di debolezza e difficoltà, che subiscono violenza o persecuzione, che sperimentano l’emergenza, l’indigenza, l’abbandono o il rifiuto e i cui diritti vengono continuamente conculcati. Custodire il creato, l’ambiente, la cui manipolazione compromette la stessa vita dell’uomo e oscura il senso della bellezza. Custodire la famiglia, le vostre famiglie, nel cui grembo la vita germoglia, cresce e viene educata. Custodire il mondo, l’ordine, la città dell’uomo, riflesso di una comunità fondata sulla fraternità e la pace. Il vostro custodire è seme di giustizia, seminato a piene mani”.