(Da New York) – “Chiediamo alla Federazione Russa di interrompere immediatamente la sua azione e di ritirare le sue forze militari dal territorio dell’Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti, incluse le acque territoriali”. È iniziato, con una richiesta ferma e non negoziabile, l’intervento all’Assemblea generale dell’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante dell’Italia nella sede delle Nazioni Unite di New York. L’Italia è tra i primi Paesi a prendere la parola durante la sessione di emergenza dell’Assemblea, convocata per discutere l’attacco della Russia all’Ucraina.
“Esortiamo la Federazione Russa a rispettare i principi stabiliti nella Carta delle Nazioni Unite e nella Dichiarazione sulle relazioni amichevoli, a rispettare gli Accordi di Minsk e a reindirizzare urgentemente le sue azioni verso una soluzione pacifica”, ha continuato Massari, precisando che “a seguito dell’impossibilità per il Consiglio di sicurezza di adempiere ai propri compiti e di adottare una propria risoluzione in materia, a causa del veto della Federazione Russa, l’Assemblea generale aveva l’obbligo di far sentire la propria voce di fronte a una così grave minaccia alla pace internazionale”. L’Italia fa parte del gruppo ristretto dei paesi membri dell’Onu (19 in totale) incaricati della redazione della bozza di Risoluzione di condanna dell’aggressione, che si sta stilando sotto il coordinamento dell’Unione europea.
Esprimendo la sincera solidarietà dell’Italia al popolo ucraino, il rappresentante permanente ha voluto dedicare un ricordo alle vittime, particolarmente ai civili e ai bambini, aggiungendo che il nostro Paese sta intensificando il suo sostegno finanziario e materiale per rafforzare le capacità e la resilienza dell’Ucraina, con un importo di circa 110 milioni di euro. “Siamo inoltre determinati a fornire un maggiore sostegno umanitario per assistere il popolo ucraino in queste circostanze drammatiche”, ha concluso l’ambasciatore, auspicando che il Consiglio di sicurezza previsto nella tarda serata di lunedì porti a risultati concreti e al “ritorno su un percorso di pace”.