Anche la Fism (Federazione italiana scuole materne – circa novemila realtà educative frequentate da quasi mezzo milione di bambini ed oltre quarantamila persone fra educatori e addetti – non resta indifferente davanti al dramma del nuovo conflitto del quale il Pontefice, leaders politici, nonché le piazze di tutto il mondo, chiedono a gran voce l’immediata cessazione. Così l’Ufficio di presidenza Fism ha mobilitato tutte le scuole associate affinché trascorrano la giornata del 2 marzo – Mercoledì delle Ceneri – secondo le indicazioni dell’appello di papa Francesco.
In particolare si è richiesto a tutti gli adulti, educatori, genitori, addetti e collaboratori – credenti e non credenti – di fare del 2 marzo una giornata speciale di preghiera e digiuno, le “armi di Dio” con cui si risponde alla “insensatezza diabolica della violenza” (così il Pontefice). Mentre nella stessa giornata, nelle scuole dell’infanzia, i piccoli verranno coinvolti in momenti di riflessione e preghiera, in attività come la costruzione di un simbolo di pace: tutto in un quadro di condivisione con le famiglie e il territorio.
“Da credenti la nostra stella polare è costituita dal Vangelo che estirpa la cultura del nemico e impegna nella costruzione di una coscienza di pace, come ripreso anche dal Magistero che va da Giovanni XXIII nella Pacem in terris e dei suoi successori sino a papa Francesco nella Fratelli tutti, a conferma che non esiste nessuna guerra giusta”, si legge in una nota dell’Ufficio di presidenza diffusa questa mattina. Che continua: “Da cittadini siamo impegnati nel definitivo ripudio della guerra secondo i princìpi fondanti la Carta costituzionale”, concludendo senza dimenticare la mission della federazione: “Da educatori siamo consapevoli della responsabilità di orientare la formazione dei bambini mediante percorsi di soluzione pacifica dei conflitti, accoglienza, condivisione e convivialità delle differenze”. Insomma: “Se vuoi la pace prepara la pace, con le famiglie e con l’intera comunità educante”.
Nelle indicazioni arrivate già oggi nelle scuole viene riservata grande attenzione all’impatto sui più piccoli dei flussi di notizie e di immagini sulla guerra attraverso lo schermo. “Come adulti, docenti e genitori, non vogliamo lasciare soli i bambini nell’interpretare quelle parole forti come ‘guerra’, ‘feriti’, ‘bombe’, ora ricorrenti in tv o nei discorsi fra adulti”. L’intento è “aiutare i bambini a comprendere, a non fare confusione tra il naturale litigio, il conflitto che anche nel gioco sperimentano, e la violenza della guerra”, nonché quello di “dare una testimonianza credibile di unione e provare a costruire un messaggio rassicurante a misura di bambino”. In ogni caso Fism chiede ai suoi educatori e ai genitori dei bambini un impegno permanente a sostenere ogni azione che consenta “la crescita di piccoli operatori di pace”.