“Tutti vogliamo che le nostre terre tornino ad essere l’antico ‘giardino’” che sono chiamate ad essere, come affermato dal ministro Mara Carfagna lo scorso 26 gennaio presentando il Contratto istituzionale di sviluppo. E invece ci si ritrova a combattere contro l’ennesimo insediamento di impianti di trattamento di rifiuti speciali”: lo scrive il vescovo di Acerra, mons. Antonio Di Donna, in una lettera alla Conferenza dei servizi della Regione, che il 22 febbraio scorso ha di fatto rilasciato l’autorizzazione per la costruzione e l’esercizio dell’impianto di rifiuti speciali liquidi, sempre nel territorio di Acerra.
Il presule torna ad invocare invano una “moratoria”, per impedire “l’arrivo nelle nostre terre di impianti ad impatto ambientale”, e chiede ancora una volta che Acerra sia configurata “come territorio agricolo-urbano”.
Il vescovo ricorda che “presso la Regione Campania è stata depositata e ‘giace’ una proposta di legge – ‘Disposizioni regionali per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale’– per intervenire, anche in rispetto dei principi di precauzione e azione preventiva sanciti dall’Unione europea, in quelle non poche aree del territorio regionale gravate da criticità ambientali e dalla presenza di plurimi ‘fattori di pressione’ che mettono ad elevato rischio la salute delle popolazioni esposte”. E chiarisce che “altre regioni, come la Lombardia, si sono già attivate in tal senso»”
Infine, il forte appello: “Prendiamo atto che c’è una volontà politica della Regione di non voler affrontare questo problema. Mi appello, perciò, caro dirigente, alla sua coscienza, e attraverso di lei ai membri della Conferenza dei servizi e alla Giunta regionale. Vi supplico, in nome di Dio! Non vi fate complici di quanti stanno inquinando il nostro territorio, procurando malattie e morti, di cui sono responsabili”.