(da Firenze) “Il nostro pensiero va alla gente dell’Ucraina, la cui sofferenza vogliamo sia circondata dalla nostra preghiera, mentre facciamo appello a chi ha nelle mani il governo dei popoli di convertire i cuori e le decisioni al cuore e ai progetti di pace di Dio, che è padre di tutti”. Così il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, ha concluso il suo saluto al termine della messa celebrata dal card. Bassetti a Santa Croce, momento conclusivo dell’incontro dei vescovi e sindaci del Mediterraneo svoltosi a Firenze in questi giorni. “L’umanità viene ferita da divisioni e guerre, e ne soffrono i poveri e i piccoli”, ha proseguito il cardinale: “A nome loro chiediamo per l’Ucraina gesti di pace”. Betori ha cominciato il suo saluto esprimendo “viva gratitudine al Santo Padre Francesco, “che sappiamo aver sostenuto questo evento dei vescovi e dei sindaci nella sua preparazione e che solo un’improvvisa indisposizione tiene oggi fisicamente lontano da noi. A lui ci sentiamo vicini con il cuore, augurandogli pronta guarigione e assicurandogli che la nostra preghiera lo accompagna, come sempre, nel suo ministero”. “Non meno profonda – ha proseguito il cardinale – è la nostra gratitudine al presidente Mattarella, riferimento saldo dell’identità della nostra nazione, amico di Firenze, che con la sua presenza tra noi suggella il valore del nostro incontro”. “Grazie ancora alla Cei e al suo presidente, il card. Gualtiero Bassetti, caro amico don Gualtiero, prete fiorentino”, l’omaggio di Betori: “ti ringraziamo per aver scelto Firenze come seconda tappa dell’incontro dei vescovi del Mediterraneo, dando evidenza a come questo evento abbia le sue radici nel pensiero e nell’opera di Giorgio La Pira. Alle stesse radici ci ha richiamato il nostro sindaco, Dario Nardella, che ha voluto l’incontro di sindaci di città Mediterranee: anche a lui va gratitudine nostra chiesa fiorentina”. “Ringrazio voi, vescovi e sindaci, che avete accolto l’invito a riunirvi qui e a confrontarvi per individuare vie di costruzione della fraternità e della pace per città più giuste e inclusive”, ha sottolineato l’arcivescovo di Firenze, ringraziando anche i collaboratori, i volontari e tutti coloro che, a livello comunale, hanno permesso l’organizzazione delle cinque giornate fiorentine. “Non meno importante per noi – ha concluso – è stata la risposta di tutto nostro popolo, qui presente oggi, e nelle nostre comunità in queste settimane non ha mancato di offrire il proprio sostegno e la preghiera”.