L’accensione di un cero, che rimarrà nella Cappella dei caduti, voluta dal vescovo san Guido Maria Conforti, come segno di preghiera “per e con le vittime di tutte le guerre”, invocate come intercessori per la pace. Così il vescovo di Parma, mons. Enrico Solmi, ha concluso la celebrazione eucaristica che si è tenuta ieri sera, in cattedrale, dove in tanti si sono ritrovati per “pregare per la pace, con insistenza, con forza”. Presenti anche alcune sorelle della comunità ucraina che, nel ringraziare il vescovo per questa vicinanza, hanno portato il pianto loro e del popolo, la sofferenza, ma anche la fede e, insieme, la preghiera per gli invasori. Un “brusco risveglio”, quello di ieri, ha ricordato mons. Solmi, che “ci ha messo di fronte alla realtà della guerra in Europa” e “ci fa sbattere contro le guerre che non si sono mai sopite e fatte in casa d’altri, ma mai ricordate, quella terza guerra mondiale a tappe, purtroppo vera e dura, ma più lontana”. Guerra che è “una sconfitta per l’umanità”, ha ribadito il vescovo, denunciando un sistema che, “si esprime solo con la violenza”. Il pensiero quindi al popolo ucraino, alla “bellezza e ricchezza della loro terra”, espressa anche nell’immagine del grano apposta sulla bandiera, ora diventata “occasione di ingiustizia e di morte”. In questo scenario, risuonano le parole del Risorto: “Pace a voi”, non solo come augurio, ma come “unica soluzione”. “Unica via, che parte dal minimo (non uccidere, non usare violenza) e sale – anche per vive di compromesso, parzialmente vere – fino alla realizzazione piena di una pace che parte dal cuore e raggiunge il mondo. Utopia possibile!”. La preghiera, ha proseguito mons. Solmi, “diventa cultura di pace e gesto concreto di vicinanza”, ricordando la sottoscrizione aperta dalla Caritas diocesana per sostenere la popolazione in questa emergenza umanitaria.