“La violenza distrugge, la violenza non costruisce, e lo vediamo nelle dittature militari e non militari nel corso della storia. Abbiamo bisogno della profezia della non-violenza, è molto più facile dare uno schiaffo quando si riceve uno schiaffo, invece di porgere l’altra guancia”. Lo ha detto ieri sera il Papa, dialogando virtualmente a braccio con gli studenti universitari del Nord, Centro e Sud America. “La gentilezza è una delle cose umane più belle, nasce dalla tenerezza”, ha aggiunto il Papa, secondo quanto riferisce Vatican news. Il Papa ha messo in guardia anche dal “gioco dell’ipocrisia”, che “avvelena la tua vita. La sincerità costa e ti porta avanti nella conversione all’armonia con il mondo”. Non è mancato, tra gli altri temi, l’accenno alle migrazioni, che Francesco ha definito come “uno dei drammi più gravi” del nostro secolo: “Stiamo vedendo persone che lasciano la loro terra per problemi politici, guerre, problematiche economiche, culturali. Il principio è molto chiaro: il migrante bisogna accoglierlo, bisogna accompagnarlo, promuoverlo, integrarlo”. Il tema delle migrazioni riguarda tutti, ha aggiunto il Papa, visto che tanti sono “figli di migranti”. “Io stesso – ha ricordato – sono figlio di migranti”, membro di una famiglia partita dal Piemonte quando “mio padre era un giovane contabile di 22 anni”. Gli Stati Uniti stessi sono “un Paese di migranti: irlandesi, italiani…” e “anche la mia terra, l’Argentina, è un cocktail di migranti”. La questione, quindi, interpella ognuno di noi, in particolare gli universitari che, sottolinea il Papa, devono affrontare, studiare e farsi carico del problema attraverso i tre linguaggi “della testa, del cuore, delle mani”, non cadendo nel rischio di diventare “freddi, senza cuore”.