“Mi unisco all’insistenza delle nostre autorità civili: Malta non può essere lasciata da sola in mezzo al Mediterraneo ma deve essere oggetto di una solidarietà più ampia”. Lo ha detto mons. Charles Scicluna, arcivescovo di Malta, parlando a margine dell’incontro dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo, in corso a Firenze. “Come comunità cristiana – ha detto l’arcivescovo – noi ci siamo sempre impegnati nell’accoglienza, fin dall’inizio del fenomeno migratorio che ha interessato il corridoio centrale del Mediterraneo, e diamo come Chiesa a Malta la possibilità di ambienti e residenza anche gratuita per un centinaio di migranti. Cerchiamo anche di fare pressione sulle autorità locali perché non solo si salvi chi si trova nel pericolo in mare ma si dia anche un’accoglienza degna per quelli che poi vengono accolti a Malta. Come comunità cristiana – ha poi aggiunto mons. Scicluna – siamo anche del parere che il trattato di Dublino che dice che la persona che arriva in una città, deve rimanere in quel posto, per noi crea un peso sproporzionato alle nostre risorse e anche al nostro territorio e questo deve essere rivisto. Noi abbiamo consapevolezza del nostro dovere di umanità di salvare chi è in pericolo, di accogliere i fratelli che hanno bisogno dell’accoglienza ma chiediamo anche la solidarietà degli altri, chiediamo una solidarietà globalizzata, nel senso che Malta e altri paesi del Mediterraneo hanno bisogno della solidarietà europea”.