“Oggi è il giorno dell’indignazione e della tristezza a causa della malvagità che sta ferendo il popolo ucraino, nel cuore dell’Europa. Il fatto di essere qui, con la nostra presenza, con la rete di amicizia, di relazioni e rispetto reciproco che ci lega, è già una risposta a queste forze dell’odio che vogliono dividere il mondo”. È stata la pastora della chiesa valdese di Firenze, Letizia Tomassone, ad aprire nel nome della pace l’incontro sull’ecumenismo e il dialogo interreligioso che nell’ambito della conferenza sul Mediterraneo ha riunito nella sala capitolare della Basilica di Santo Spirito a Firenze i rappresentanti delle Chiese cristiane, delle comunità islamiche ed ebraiche della città. Erano presenti anche il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, il card. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e il card. Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat (Marocco). “Siamo dentro l’orizzonte di Giorgio La Pira e dei Colloqui Mediterranei che sono stati l’intuizione primaria e il punto nevralgico sul quale è possibile la costruzione della pace mondiale”, ha detto don Alfredo Jacopozzi, direttore dell’Ufficio cultura e università della curia arcivescovile di Firenze. Da allora lo scambio e il confronto si è consolidato attraverso l’incontro e il dialogo tra le diverse tradizioni religiose che abitano la città. Una storia di dialogo che si è arricchita nel tempo di varie esperienze e iniziative come l’Amicizia ebraico-cristiana, il Consiglio delle Chiese cristiane, istituito il 17 gennaio 2021, la Scuola fiorentina di alta formazione interreligiosa, nata per formare una nuova classe dirigente esperta e sensibile ai problemi di dialogo interreligioso e interculturale della società. E il Centro internazionale La Pira, voluto dal card. Giovanni Benelli unitamente a Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, per accogliere studenti di tutto il mondo, soprattutto quelli dai paesi più poveri, e diventare “luogo di incontro per imparare a dialogare e avere uno sguardo nuovo sull’altro”. Firenze – è stato detto – è città dove il dialogo si fa cultura, genera e mette in moto amicizia e favorisce lo sviluppo di una società nuova. Nel prendere la parola, anche Gadi Piperno, rabbino capo di Firenze, ha fatto riferimento alla crisi ucraino-russa. “Nel giorno in cui tragicamente ci accorgiamo del fallimento del dialogo, tanto più – ha detto – è così importante per noi essere qui”. E l’imam Izzedine Elzir aggiunge: “Il dialogo cerca di togliere tanti pregiudizi. Li abbiamo costruiti nella storia, li abbiamo coltivati per diversi motivi e proprio per questo abbiamo bisogno di dialogo, soprattutto nei momenti più difficili e bui della nostra storia. Lo stiamo vedendo in questo tragico giorno di guerra tra Russia e Ucraina. Lo vediamo nel popolo ucraino che sta soffrendo un attacco militare. Ma è proprio in questi momenti che si deve dialogare di più. È proprio quando nascono le incomprensioni, quando le visioni si allontanano, che dobbiamo aumentare il dialogo, non fermarlo”.