Costruire un modello di sanità virtuoso: con questo obiettivo la Fondazione Roma sostiene la realizzazione del progetto “Cuore” (Cardiovascular Unique Offer ReEngineered) presentato oggi e che sorgerà nei prossimi tre anni nel campus romano del Policlinico Gemelli e dell’Università Cattolica. Curare il cuore con gli strumenti e le tecniche più innovativi, ma anche con la bellezza e il verde. Una struttura innovativa, spiega Giovanni Arcuri, della Direzione tecnica ed innovazione tecnologie sanitarie del Gemelli, ma anche ecosostenibile e che “prevede soluzioni di massimo risparmio energetico. Verranno inoltre utilizzati materiali certificati come autosanificanti, antibatterici e autopulenti, in grado di eliminare agenti nocivi e composti organici, anche nel rispetto dei Criteri ambientali minimi”.
I sei piani di Cuore ospiteranno 104 posti letto di degenza ordinaria e 29 di terapia intensiva, 24 ambulatori multidisciplinari, 10 sale operatorie (2 delle quali “ibride”, dotate di angiografo multiassiale robotizzato), un reparto di diagnostica con una risonanza magnetica e una Tac per l’imaging cardiovascolare. Grande attenzione verrà data alla telemedicina, con ambulatori attrezzati per le visite da remoto in realtà aumentata. Il “cuore” del centro sarà una “sala dei bottoni” (Command Center) che ospiterà personale sanitario, analytics e potere decisionale per guidare in tempo reale il percorso di cura, l’allocazione degli asset e prendere decisioni tempestive e predittive. “Una volta a regime – conclude Massimo Massetti, direttore del Dipartimento scienze cardiovascolari del Gemelli e ordinario di chirurgia cardiaca all’Università Cattolica – Cuore garantirà un’attività di tutto rilievo. Le nostre previsioni di minima sono di effettuare ogni anno 2mila angioplastiche, 400 procedure transcatetere su valvole e vizi congeniti, 150 angioplastiche carotidee o periferiche, 4mila coronarografie/cateterismi cardiaci, 800 impianti di device, 200 sostituzioni di pacemaker e loop recorder, 800 studi elettrofisiologici (con eventuali ablazioni), mille interventi cardiochirurgici, 350 interventi di chirurgia vascolare open e 200 endovascolari”.