“Nella nostra vita troppo spesso prevalgono l’avidità e la superbia, il desiderio di avere, di accumulare e di consumare, come mostra l’uomo stolto della parabola evangelica, il quale riteneva la sua vita sicura e felice per il grande raccolto accumulato nei suoi granai”. Lo scrive il Papa, nel messaggio per la Quaresima, che “ci invita alla conversione, a cambiare mentalità, così che la vita abbia la sua verità e bellezza non tanto nell’avere quanto nel donare, non tanto nell’accumulare quanto nel seminare il bene e nel condividere”. Durante la Quaresima, scrive francesco nel messaggio, sul tema “Non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l’occasione, operiamo il bene verso tutti» (Gal 6,9-10a), siamo chiamati ad essere “collaboratori di Dio, facendo buon uso del tempo presente, per seminare anche noi operando il bene”. “Questa chiamata a seminare il bene non va vista come un peso, ma come una grazia con cui il Creatore ci vuole attivamente uniti alla sua feconda magnanimità”, il monito del Papa, sottolineando “il legame stretto tra semina e raccolto”, ribadito da San Paolo, che afferma: “Chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà” . “Un primo frutto del bene seminato si ha in noi stessi e nelle nostre relazioni quotidiane, anche nei gesti più piccoli di bontà”, assicura Francesco, perché “in Dio nessun atto di amore, per quanto piccolo, e nessuna generosa fatica vanno perduti. Come l’albero si riconosce dai frutti, così la vita piena di opere buone è luminosa e porta il profumo di Cristo nel mondo”.