Le politiche discriminatorie delle autorità russe che occupano la Crimea e delle cosiddette Repubbliche di Lugansk e Donetsk, riconosciute da due giorni dalla Russia, hanno causato numerose violazioni della libertà religiosa. Lo ha denunciato oggi Aiuto alla Chiesa che soffre, spiegando che “tali violazioni commesse nella regione ucraina del Donbass, controllata da gruppi armati comandati dalla Federazione Russa, hanno incluso detenzioni e imprigionamenti, torture, confische di proprietà, incluse chiese e sale per incontri, aggressioni fisiche e minacce di violenza, atti di vandalismo, multe e restrizioni alle attività missionarie, alle funzioni religiose, alle cerimonie, ai raduni, e il divieto di formare gruppi religiosi pacifici. Tra le comunità religiose più colpite figurano la Chiesa ortodossa dell’Ucraina, precedentemente denominata Chiesa ortodossa ucraina – Patriarcato di Kiev, la Chiesa greco-cattolica ucraina, i cristiani protestanti e i Testimoni di Geova”. Inoltre, “la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, comunemente chiamata Chiesa mormone, e i cristiani pentecostali hanno subìto una serie di vessazioni da parte delle autorità della cosiddetta Repubblica Popolare di Donetsk”. “Per quanto riguarda invece la cosiddetta Repubblica popolare di Lugansk, il principale strumento di repressione ai danni delle comunità religiose – prosegue Acs – è rappresentato da un utilizzo improprio della procedura di registrazione. Le organizzazioni religiose che al 15 ottobre 2018 non risultavano registrate sono diventate infatti oggetto di ritorsioni”. I leader religiosi che svolgono le proprie attività nonostante non si siano registrati subiscono molestie e persecuzioni. Prima dell’occupazione russa della Crimea, nella penisola operavano circa 50 organizzazioni religiose; nel 2019 il loro numero era sceso a 9.
Per Alessandro Monteduro, direttore di Aiuto alla Chiesa che soffre Italia, “la sfida più importante per la libertà religiosa in Ucraina riguarda quindi la situazione nei territori occupati”. Monteduro segnala “il prevedibile peggioramento della situazione relativa alla libertà religiosa a seguito del recente riconoscimento delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk da parte del presidente della Federazione Russa” rimarcando il “generale disinteresse nei confronti delle gravi violazioni di questo diritto fondamentale, a meno che non siano coinvolti rilevanti interessi politici o economici”.