“Seguendo lo stupore di Pietro e dei primi discepoli, don Giussani ci ha insegnato a guardare a Cristo come pienezza dell’umano. Ricordando i 100 anni dalla sua nascita, siamo colpiti dal fatto che quando lui parla di Cristo, lo presenta sempre come il vivente, Colui che c’entra con l’attesa nel cuore di ognuno di noi e come la possibilità di salvezza per la nostra vita assetata di verità, di bellezza e di infinito. E questo non accade per uno sforzo di moralità o per qualcosa di legato alle forze umane ma per mezzo di un incontro. L’incontro è inseparabile dalla sequela del carisma, nella vita della Chiesa”. È uno stralcio dell’omelia che ieri mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, nominato da Papa Francesco delegato speciale dell’associazione Memores Domini, che raggruppa i laici consacrati di Comunione e Liberazione, ha tenuto a Taranto. L’occasione era la messa per celebrare i 40 anni dal riconoscimento pontificio di CL e aprire alle iniziative per i 100 anni dalla nascita del suo fondatore, don Luigi Giussani. La celebrazione eucaristica si è tenuta in serata nella parrocchia Santa Rita di Taranto, storico punto di riferimento del movimento in Puglia. “Quando mi è stato chiesto di andare in Brasile, è stato per me accogliere l’invito di don Giussani – ha proseguito mons. Santoro – come quando mi è stato chiesto da Papa Benedetto XVI di venire qui a Taranto, o quando Papa Francesco mi ha chiesto di seguire i Memores Domini o come quando 52 giovani hanno fatto la professione nei Memores. Si segue il Signore e attraverso il carisma, si scopre il vivente”.