“Con un discorso di un’ora alla nazione Putin, richiamandosi al diritto alla secessione delle repubbliche inscritto nella Costituzione sovietica del 1924 e ricostruendo la storia del Novecento, riconosce le regioni separatiste dell’Ucraina del Donbass, quella di Donetsk e Luhansk, e comanda l’ingresso delle truppe nell’Ucraina orientale”, così Renata Natili Micheli, Presidente nazionale del Centro Italiano Femminile. “Appellandosi ad una versione revisionista della storia – rimarca Micheli – Putin giustifica la sua azione sostenendo che l’Ucraina non esisterebbe se non fosse stato per Vladimir Lenin, il leader bolscevico fondatore dell’Unione Sovietica, che creò l’Ucraina moderna, strappando territori alla Russia”. “Se in campo non ci fosse il sottile discrimine che separa la guerra dalla pace affidata ai revisionisti di ogni epoca che vogliono cancellare la storia ricostruendola a loro piacimento – conclude – verrebbe spontanea un’affermazione: Putin è l’ennesimo autocrate che crede che la storia dei popoli si costruisca spostando figurine in miniatura su una geografia di carta”.