“Saluto con gioia il ritorno della Gazzetta che, dopo un interminabile periodo di silenzio, da oggi ha ripreso le sue pubblicazioni”. Con queste parole l’arcivescovo di Lecce, mons. Michele Seccia, ha accolto “con soddisfazione” il nuovo inizio del quotidiano più antico e più autorevole di Puglia. “Questo 19 febbraio resterà – ha proseguito il presule – per l’editoria pugliese ma anche per la gente di Puglia e Basilicata una giornata da ricordare a lungo: per troppi mesi ci è mancata La Gazzetta del Mezzogiorno non solo come organo d’informazione che per oltre centotrent’anni ha dato fiato al gran bisogno di pluralismo, specie a quella pluralità di voci, sinonimo della più alta forma di democrazia, che ha radici nel Sud”.
“Il mio pensiero corre a tutti i lavoratori della Gazzetta che hanno trascorso settimane su settimane terribili per la grave situazione di crisi che ha attraversato il giornale, per la paura di perdere il lavoro e per l’inquietudine di assistere inermi alla distruzione del patrimonio storico e culturale che essa ancora oggi rappresenta per tutti noi. Oggi la speranza ha riacceso davvero la luce anche per le loro famiglie”, ha osservato l’arcivescovo.
“Sono noti i miei antichi legami con la Gazzetta: le mie origini barlettane non possono tradire sentimenti forti di compiacimento per il nuovo capitolo che si apre oggi. Ma c’è una motivazione ancor più intima che mi lega: tra i suoi collaboratori più autorevoli per oltre 40 anni La Gazzetta del Mezzogiorno ha annoverato anche l’arcivescovo Ruppi, mio predecessore e mio grande amico. Mons. Ruppi era fiero di essere firma della Gazzetta e oggi avrebbe gioito con noi: da quelle colonne egli ha insegnato e ha evangelizzato, a volte anche – quando se ne presentava l’occasione – usando la sua pregevole penna per non allinearsi con i benpensanti o per redarguire la politica invitandola al perseguimento del bene comune. Un esempio che tanti giornalisti, spesso asserviti, dovrebbero seguire”.
“Auguro a tutti protagonisti della rinascita della Gazzetta – ha concluso l’arcivescovo Seccia -, al nuovo editore, al direttore Iarussi, a tutti i giornalisti e ai dipendenti, specie agli amici della redazione di Lecce, buon lungo cammino al servizio della verità e della nostra gente”.