“L’impegno del Governo – e a questo proposito voglio di nuovo ringraziare la ministra Messa per il suo lavoro – è partire dai giovani ricercatori. Da molti voi, insomma”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, durante la visita ai Laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare.
“Il numero di nuovi dottori di ricerca in Italia è calato del 40% in circa 10 anni, tra il 2008 e il 2019, ed è oggi tra i più bassi nell’Unione europea”, ha osservato il premier, evidenziando che “per invertire questa tendenza, raddoppiamo il numero delle borse di dottorato, dalle attuali 8-9mila l’anno a 20mila, e ne aumentiamo gli importi. Finanziamo circa 2.000 nuovi progetti di giovani ricercatori sul modello dei bandi europei. E riformiamo i dottorati di ricerca per valorizzare il titolo anche al di fuori della carriera accademica, e formare competenze di alto profilo nelle principali aree tecnologiche”.
Draghi ha poi sottolineato che “per troppo tempo le posizioni di vertice nella ricerca scientifica sono state appannaggio degli uomini. Oggi sono molte di più le ricercatrici italiane che si affermano ai massimi livelli”. Dopo aver citato Lucia Votàno (prima donna a dirigere i Laboratori del Gran Sasso) e Fabìola Gianotti (direttrice del Cern e coordinatrice del progetto che ha portato alla scoperta del bosone di Higgs), il premier ha rilevato che “un numero sempre maggiore di scienziate guida progetti che spingono in avanti le frontiere della ricerca”.