“Mentre vivo il dono della visita pastorale, vedo crescere silenziosamente ‘tanta voglia di Pasqua’, ossia il desiderio di sperimentare che il deserto fiorisce, la vita rinasce, anche dalle ceneri di sofferenze e paure come quelle che ci hanno attanagliato e avvilito”. Lo scrive il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, nel suo messaggio per la Quaresima. “Il desiderio del padre, in particolare, è quello di vedere la famiglia radunata alla stessa mensa, specie nel giorno di festa, per raccontare e rallegrarsi del bene che, nascosto, si moltiplica tra i cuori semplici – aggiunge il presule –. Pregustiamo le domeniche dei prossimi mesi come tappe di una progressiva riscoperta della comunità, corpo di Cristo risorto, e di quanto è bello camminare insieme. Senza dimenticare la lezione di questi anni, dura scuola di essenzialità e di vera gioia, quella di chi si prende cura di sé, degli altri, del creato”.
Soffermandosi sulla “voglia di Pasqua che lo Spirito alimenterà in noi”, il vescovo auspica che “si manifesti non tanto negli eccessi esteriori, quanto nel guardarsi negli occhi e commuoversi per il miracolo della vita, tra i bambini come tra gli anziani”. “Diventi così voglia di Eucaristia, del Signore che si fa pane spezzato, cibo di vita eterna per tutti quanti hanno fame e sete di ciò che non delude e non tramonta”. Poi mons. Napolioni presenta la proposta che viene dalla Caritas diocesana, assieme alla San Vincenzo: portare in dono il pasto della domenica ad anziani soli e/o a persone in difficoltà economica. “Non si tratterà solo di risolvere un problema materiale, quanto di far sentire la vicinanza familiare della comunità cristiana, che si preparerà con cura, con l’aiuto dei volontari come dei bambini, a questo bel gesto di attenzione e condivisione”. Anche la raccolta quaresimale di offerte economiche verrà utilizzata a questo scopo.
Infine, l’augurio “a me stesso e a voi” di “attraversare i quaranta giorni della Quaresima come un tempo propizio alla conversione, un deserto di ritorno filiale a Dio che tanto ci ama, un’esperienza personale e profonda della grazia che ci riconcilia e ci salva”.