“Siamo molto grati a Papa Francesco per il tema scelto per la II Giornata mondiale dei nonni e degli anziani che la Chiesa celebrerà in tutto il mondo il prossimo 24 luglio: ‘Nella vecchiaia daranno ancora frutti’. Questa frase, tratta dalla saggezza dei salmi, ci porta al cuore del significato della persona, che rimane tale con tutte le sue prerogative, i suoi diritti, le sue potenzialità in ogni fase della vita, quando essa è forte come nella giovinezza e nella maturità e quando essa è debole come nella prima infanzia e nella tarda età”. Lo dichiara il presidente nazionale di Anla, Edoardo Patriarca. “Come Associazione lo abbiamo più volte sottolineato proprio perché lo sperimentiamo sulla nostra pelle: abbiamo in questi anni conosciuto una società pervasa da un’errata comprensione della realtà che ha finito con il definire valore un esasperato efficientismo monetizzando ogni azione umana. L’egoismo ha invaso le nostre esistenze, abbiamo dato vita a famiglie nemmeno più di due persone ma addirittura di una sola… Abbiamo smesso di capire i segni dei tempi inebriati da un’eccessiva e immediata ricerca del piacere. Poi la crisi economica e la pandemia ci hanno riportato con i piedi per terra e ci siamo svegliati da questo torpore dell’anima. Ci stiamo rendendo conto che la vita è più grande dell’efficientismo e che forse anche la produttività va misurata con altri criteri. Ce lo insegnano anche le imprese sociali e il welfare di aziende importanti: i lavoratori anziani sono sicuramente portatori di un bagaglio di competenze che le giovani generazioni non hanno”, prosegue Patriarca, sottolineando. “Il Papa nella sua saggezza non parla di contrasti ma sottolinea la positività degli anziani, dei nonni, che sono un valore e un dono per la società: lo sono per l’aiuto che danno alle giovani generazioni, ad esempio con il servizio di babysitter quando i figli sono impegnati al lavoro o anche con la solidità della pensione che rimane comunque un’entrata sicura in situazioni di disagio. Gli anziani sono un valore per quello che possono insegnarci, per le loro parole e i loro silenzi, così carichi di vita vissuta e ci spingono a capire che tutti dobbiamo operare insieme per costruire il bene comune, perché nessuno si salva da solo. I frutti della vecchiaia sono da condividere in un dialogo fra le generazioni che includa e non escluda, riportando gli anziani e i nonni al centro della famiglia, che come tale ingloba più generazioni, e nella società”. Come Anla, conclude il suo presidente, “caliamo questo invito del Santo Padre nel quotidiano del nostro agire come volontari accanto a chi è più sfortunato, nel valorizzare la bellezza che guida la nostra vita creando occasioni di turismo sociale per i più avanti in età, intervenendo nel dibattito sociale con la nostra esperienza carica di anni, con l’umiltà di chi può solo testimoniare con la propria lunga vita, una benedizione, che alla fine la scelta del bene ad ogni età può davvero fare la differenza”.