“La santità è tratto individuale, ma nel caso di Eduard Profittlich c’è anche un aspetto collettivo che è importante”: così l’amministratore diocesano di Tallin, mons. Philippe Jourdan, ha spiegato aprendo i lavori di una conferenza online che si è svolta tra Mosca e Tallin per iniziativa congiunta della Chiesa cattolica in Estonia e in Russia. Profittlich, ha spiegato mons. Jourdan, è “per noi come un ambasciatore e un rappresentante della storia tragica di tutti coloro che sono stati deportati e sono morti a Kirov, anche se non per motivi religiosi, ma dando la vita perché potessimo vivere così come ora stiamo vivendo. Quindi anche per la società estone il suo esempio, la scelta di stare in Estonia per condividere il destino di tanti concittadini, è estremamente significativo”. Mons. Jourdan ha anche ringraziato l’arcivescovo di Mosca, mons. Paolo Pezzi, per aver concesso che il processo di beatificazione di Profittlich fosse portato avanti dalla diocesi di Tallin, dove il vescovo ha vissuto e lavorato, anziché dalla diocesi in cui è morto, come solitamente avviene. Profittlich, nato nel 1890 non lontano da Coblenza, a 23 anni iniziò il noviziato come gesuita nei Paesi Bassi. “All’epoca la Società di Gesù era illegale in Germania e diventare gesuita era difficile e significava con grande probabilità diventare missionario”. Così padre Stefan Lipke (direttore dell’istituto san Tommaso a Mosca) ha rintracciato le radici del “coraggio” che l’arcivescovo avrebbe poi mostrato in tutta la sua vita, vissuta in larga parte in Estonia, dove nel ‘31 divenne amministratore apostolico dell’Estonia e dal 1936 vescovo. Arrestato nel 1941, morì il 22 febbraio dell’anno successivo in prigione in Unione Sovietica. La Chiesa estone e quella russa si apprestano infatti a ricordare, il 22 febbraio prossimo, l’80° anniversario della morte.
Nella conferenza on line (disponibile in inglese su Facebook) sono intervenuti la ricercatrice Maria Chiara Dommarco, lo storico Priit Rohtmets, il gesuita Bogusław Steczek e la postulatrice diocesana Marge-Marie Paas. Intenzione delle due diocesi è che l’esperienza vissuta si sostanzi con nuovi eventi condivisi in futuro.