“Negli ultimi giorni sono arrivate all’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza diverse segnalazioni da parte di genitori che lamentano la discriminazione dei propri figli non vaccinati nell’esercizio dei diritti all’istruzione, allo sport, allo svago e alla cultura. Premesso che, allo stato, per disposizione di legge, per svolgere alcune di queste attività è necessario possedere il green pass rafforzato, è evidente che l’esclusione è l’inevitabile effetto di una scelta operata dagli stessi genitori”. Così l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, in una nota diffusa ieri.
“Non mi esprimo su queste scelte, né su quelle a carattere sanitario attinenti alla salute pubblica frutto di una valutazione degli esperti del Comitato tecnico scientifico”, spiega la garante, ma, aggiunge, “è invece mio compito guardare alla questione dal punto di vista dei minorenni. Per questo chiedo ai genitori di ascoltare i loro figli a proposito della volontà di vaccinarsi. Perché, come previsto dalla legge 219 del 2017, il consenso al trattamento sanitario del minorenne va espresso dai genitori tendendo conto della sua volontà in relazione all’età e al grado di maturità. Infatti tanti ragazzi ci stanno scrivendo, mossi dal desiderio di maggior libertà e di tutela della loro salute e di quella altrui, chiedendoci cosa devono fare per vaccinarsi quando i loro genitori non sono d’accordo”.