Per quanto riguarda la spesa per ricerca e sviluppo (R&S) in rapporto al Pil, in Italia è in atto una lieve ripresa che porta all’1,4%, dovuta anche al fatto che gli stanziamenti pubblici hanno smesso di ridursi. Lo rivela la terza edizione della “Relazione sulla ricerca e l’innovazione in Italia. Analisi e dati di politica della scienza e della tecnologia”, presentata oggi a Roma dal Consiglio nazionale delle ricerche. Anche l’andamento del personale addetto alla R&S (in rapporto a mille unità di forza lavoro) cresce, soprattutto grazie all’incremento del personale nelle imprese che ha raggiunto i 218 mila addetti. Per quanto riguarda la produzione scientifica, si conferma una comunità accademica e della ricerca che risponde alle incertezze istituzionali generando una quantità di pubblicazioni scientifiche (censite dal World of Science) significativa come quota sul totale mondiale, quasi il 5% nonostante il progressivo aumento di quelle provenienti dalla Cina, e con un impatto in aumento. La produzione di brevetti continua ad essere al di sotto di paesi come Germania e Francia (4.600 brevetti italiani depositati all’Ufficio europeo del brevetto (Epo) nel 2020, contro i 25.954 della Germania e i 10.554 della Francia), anche se il rapporto di quelli depositati ogni 100.000 abitanti mostra un miglioramento.