“Il Pnrr rappresenta una grande opportunità per rafforzare il coordinamento tra i Comitati economici e sociali dei Paesi Ue e individuare una linea di azione comune. Anche grazie all’aiuto del Cese, il Comitato economico e sociale della Ue, si sta delineando un nuovo scenario di sviluppo sostenibile centrato sulle transizioni ambientale e digitale. La partecipazione delle parti sociali non è un optional ma una necessità. Il coinvolgimento della società civile, infatti, è fondamentale per l’attuazione del Next Generation Eu. La riuscita del Piano richiede un elevato coinvolgimento del territorio e questo può avvenire solo attraverso chi presidia il territorio come gli enti locali e le forze sociali. Non è un piano di spese ma di risultati”. Lo ha affermato Tiziano Treu, presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), commentando lo stato di avanzamento del Recovery plan dei singoli Stati membri dell’Ue, dopo un incontro, su questo tema, promosso dal Cnel in collaborazione con il Gruppo Semestre europeo del Cese, a cui hanno partecipato i rappresentanti dei Comitati economico e sociali di Spagna, Francia, Portogallo e Romania.
“Il successo del Pnrr – ha evidenziato Treu – passerà dai rapporti con le parti sociali, chiamate a monitorare qualitativamente il piano richiamando tutti alla piena attuazione, in particolare, delle ‘clausole sociali’ trasversali (occupazione giovanile, femminile e Mezzogiorno) a tutte le missioni, e dai rapporti con Regioni e Comuni, chiamati a mettere a terra gli indirizzi di policy”. “Il 2022 – ha aggiunto Gian Paolo Gualaccini, consigliere del Cnel che coordina il Comitato per l’esame degli atti dell’Ue – sarà infatti un anno cruciale affinché gli obiettivi, già indicati nel Pnrr, comincino ad essere attuati e ad attivare i primi impatti positivi per la crescita del nostro Paese. Solo uno sforzo comune e condiviso, attraverso lo strumento del partenariato pubblico, privato e privato sociale, di tutto il Sistema Italia garantirà il raggiungimento dei migliori risultati”. Secondo Gualaccini “è necessaria più cooperazione tra gli Stati membri, le buone pratiche dovrebbero essere condivise per evitare passi falsi. Per il momento si sono registrati soltanto piccoli miglioramenti, perlopiù riguardanti riunioni informali d’informazione, con possibilità assai limitate per la società civile di influire sui piani dei governi”.