Il vescovo di Gibuti, mons. Giorgio Bertin, si è recato domenica nella Bmis, Base militare italiana di supporto, per celebrare la messa domenicale. Una prima occasione che vorrebbe diventare ora un appuntamento mensile, con l’intento di un consolidare i rapporti con tutti gli interlocutori presenti sul territorio. Particolarmente intensi durante la celebrazione, il momento della preghiera per la Patria e quello in cui sono stati ricordati i morti a causa della pandemia di Covid-19. “Cari amici, l’incontro di oggi è proficuo per ringraziarvi del supporto che fornite quotidianamente, anche in questo periodo di pandemia, alla stabilizzazione dell’area del Corno d’Africa e del concreto aiuto alla popolazione gibutiana”. Sono state queste le parole del presule che ha voluto salutare i militari italiani che operano in quella zona, sottolineando come il loro operato sia contraddistinto da profonda umanità e ispirato al bene comune per la collettività. Presenti alla celebrazione il Comandante della Bmis colonnello Gennaro Scotto di Santolo, assieme ad una rappresentanza del personale delle quattro Forze armate in servizio nella base, il Comandante della Missione Miadit colonnello Ruggiero Capodivento, assieme ad un’aliquota del personale dell’Arma dei Carabinieri impegnati nell’attività addestrativa a favore delle forze armate gibutiane e somale, oltre che i Comandanti dei contingenti stranieri presenti e alcune cariche istituzionali locali. Il colonnello Scotto di Santolo ha voluto sottolineare il “momentum religioso” di condivisione a prescindere dalle diverse confessioni, come riportato sul sito del ministero della Difesa, ringraziando mons. Bertin per la fraterna vicinanza che ha sempre manifestato verso la comunità militare della Bmis.