È una vera e propria ondata di indignazione quella che ha scosso l’opinione pubblica alla notizia della bocciatura, in Senato, del subemendamento al Dl “Proroga dello stato di emergenza” che prevedeva ristori per le famiglie dei medici non convenzionati Inail e morti per il Covid. I Sindacati medici all’unisono, gli Ordini provinciali, l’Enpam, l’ente previdenziale di categoria, molti gruppi parlamentari, ma anche associazioni di cittadini, ultima, questa mattina, Senior Italia FederAnziani: tutti si sono mossi per chiedere l’intervento del Parlamento e del Governo e sanare la situazione di tante famiglie.
Salgono intanto a 370 i medici che hanno perso la vita per il Covid, ricordati sul memoriale della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici- Fnomceo: ieri, a Verona, la scomparsa di Edward Haiek, medico di famiglia. E sono proprio i medici di famiglia, insieme a quelli delle guardie mediche, del 118, ai pediatri, agli specialisti ambulatoriali, agli odontoiatri, ai liberi professionisti, ad aver pagato il prezzo più alto, costituendo la maggior parte dei professionisti scomparsi. Mentre le loro famiglie, oggi, si vedono negato un ristoro economico che, lungi dall’essere un risarcimento per la perdita, sarebbe almeno un segno di gratitudine, di vicinanza da parte dello Stato.
“Ringraziamo tutti coloro che hanno fatto sentire la loro solidarietà – afferma il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, che aveva sollevato la questione la scorsa settimana -. Ora si tratta di passare dalle parole ai fatti: ci aspettiamo, da parte del Parlamento, una risposta unitaria, concertata con il Governo, in modo tale da agevolare il percorso e riconoscere i diritti delle famiglie dei colleghi scomparsi”.