Non si ferma la profonda crisi che investe le aziende del comparto lattiero-caseario, afflitte dall’aumento dei costi di produzione e delle materie prime, e a fronte di prezzi del latte ancora insufficienti a risollevare la filiera. Non bastano, infatti, i tre centesimi in più che erano stati fissati dall’accordo di filiera del novembre scorso, con il “premio emergenza stalle” che consentiva di raggiungere il prezzo di 41 centesimi al litro. A denunciarlo è Terra Viva Cisl.
“Gli allevamenti lombardi si stanno pesantemente indebitando per continuare a produrre, considerando che la nostra regione garantisce il 40% della produzione di latte a livello nazionale – dichiara Giuseppe Fumagalli, presidente di Terra Viva Lombardia –. Se non ci sarà un’azione strutturale di supporto, molti si vedranno costretti a chiudere le stalle non riuscendo a far fronte ai costi e agli aumenti di carburante, sementi, fertilizzanti. Per questo chiediamo un ulteriore sostegno economico, con un contributo ‘una tantum’ pari a tre centesimi per ogni litro di latte prodotto dal gennaio 2021 al gennaio 2022. Solo così sarà possibile dare respiro immediato agli allevatori, nell’attesa che la situazione si sblocchi e il settore riesca a trovare nuovi sviluppi”.
“L’accordo di novembre era stata una boccata d’ossigeno per la filiera, alla luce di una crisi gravissima, con prezzi fermi da 25 anni e a fronte di costi di produzione aumentati anche del 30 per cento tra mais, soia, foraggi ed energia – sottolinea Claudio Risso, presidente nazionale di Terra Viva –. Ma dai nostri produttori, soprattutto in Lombardia, arriva un grido di allarme inequivocabile. Chiediamo quindi questo ulteriore intervento al ministro Stefano Patuanelli, per scongiurare il tracollo di un intero comparto produttivo primario”.