“Siamo feriti dalla disuguaglianza sociale, dalla cattiva gestione delle risorse e dalla corruzione dilagante”. È quanto scrivono i vescovi del Guatemala, al termine dell’assemblea plenaria della Conferenza episcopale (Ceg), nel quale, invitano a “lavorare per il bene comune, soprattutto per i più poveri ed esclusi”, tenendo presente che “le alternative offerte storicamente dallo Stato sono state esclusione, sfruttamento e persecuzione”.
Nonostante ciò, si legge nel messaggio – che è firmato da mons. Gonzalo de Villa y Vásquez, arcivescovo di Città del Guatemala, e dal segretario generale, mons. Antonio Calderón Cruz, vescovo di Jutiapa – “c’è nel nostro popolo una riserva umana di speranza che afferma la sua dignità e cerca di andare avanti”. Proseguono i vescovi: “Dobbiamo lavorare instancabilmente per un’architettura giuridica e un’amministrazione della giustizia che risponda ai bisogni di tutti e rispetti i diritti umani. Abbiamo una Corte suprema di giustizia che avrebbe dovuto essere rinnovata, secondo quanto prescrive la Costituzione in modo esplicito, da oltre due anni. Il non averlo fatto costituisce una evidente mancanza d’azione da parte di coloro che avrebbero dovuto esercitare la propria responsabilità costituzionale. È urgente accelerare con onestà l’elezione dei magistrati e del Giudice supremo”, così come servono “legislatori che rafforzino un sistema di giustizia che riprenda leggi dimenticate e richieste dalla Costituzione, e implementi nuove leggi necessarie”.
Nel messaggio si ricordano anche ulteriori urgenze di carattere sociale: il dialogo per la pace; la denuncia che il sistema sanitario, la situazione del lavoro e della casa alloggio e la qualità di vita di base sono molto bassi per la maggior parte della popolazione; un’attenzione particolare per il settore dell’infanzia e della gioventù, che “costituisce la percentuale più alta della nostra popolazione, merita un’attenzione particolare”. A livello ecclesiale, la Ceg conferma il suo impegno prioritario per “il cammino sinodale con tanti laici, uomini e donne. Vi esortiamo all’ascolto reciproco per unire risorse e sforzi nella nostra missione evangelizzatrice”.