“La Giornata del malato ci offre l’occasione per riflettere sui luoghi di cura, che il Papa chiama le ‘locande del buon samaritano’”. Lo ha affermato il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti nell’omelia della celebrazione eucaristica della XXX Giornata mondiale del malato tenutasi nel capoluogo umbro nel tardo pomeriggio del 13 febbraio, presso la chiesa parrocchiale “Maria Regina della Pace” in Santa Lucia. “Da noi – ha aggiunto – queste ‘locande’ non mancano, ma il Papa pensa, soprattutto, alle opere preziose che sono sorte in luoghi di missione. Come non pensare a quello che hanno fatto i missionari, che insieme all’annuncio del Vangelo, hanno sempre favorito la promozione umana cominciando dagli ospedali, dalle case di cura. Mediante queste opere la carità cristiana ha preso forma e l’amore di Cristo, testimoniato dai suoi discepoli, è diventato più credibile. Nel suo messaggio il Papa sottolinea l’importanza delle istituzioni sanitarie cattoliche, che definisce ‘un tesoro prezioso da custodire e sostenere soprattutto per i luoghi di missione’”.
Il porporato ha osservato: “In un tempo nel quale è diffusa la cultura dello scarto e la vita non è sempre ritenuta degna di essere accolta e vissuta, queste strutture, come case della misericordia, possono essere esemplari per custodire e curare ogni esistenza anche la più fragile, dal suo inizio fino al termine naturale. Proprio in questi giorni il Santo Padre si è espresso sul fine vita e, come sa fare lui con molta concretezza di linguaggio, egli ha detto: ‘La vita è un diritto, non la morte. La vita va accolta, non somministrata’. Non devono essere solo i cristiani a dire che la vita è al primo posto e va sempre salvaguardata e che non può essere la vita strumentalizzata da nessuno. Questo pensiero del Vangelo, della Chiesa vale per ogni uomo”.
L’arcivescovo ha, quindi, ricordato le “tantissime opere che accolgono la vita nella nostra diocesi. È una comunità diocesana ricca dal punto di vista dell’accoglienza e della carità per l’influsso delle figure di san Francesco d’Assisi e di San Bernardino da Siena, che hanno seminato il bene con abbondanza”. Dopo aver elencato alcune case di accoglienza e tante altre opere di carità, il cardinale ha concluso: “Ci sono poi innumerevoli ammalati e persone anziane che vivono a casa e aspetto una visita”, perché, “il mistero della consolazione è compito di ogni battezzato, che è memore delle parole di Gesù: ‘Ero malato e siete venuti a visitarmi’”.