“Abbiamo fatto un passo avanti nel dire che il femminile esiste e che forse va formato il maschile”. A dirlo è Rosy Bindi, già ministero e presidente della commissione antimafia, oggi a Roma, a conclusione del 42° convegno Vittorio Bachelet, il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura e dirigente dell’Azione Cattolica, di cui fu allieva. “Credo – continua – che oggi uno dei motivi per cui la violenza sulle donne aumenta è per via della crisi profonda che vive il maschile: nella società c’è più femminile e il maschile non è abituato. Quando non ci si abitua si diventa insicuri e violenti. Dovremo fare uno sforzo: prenderci cura del maschile se vogliamo salvare le donne dalla violenza. C’è un accanimento sull’oggetto misterioso che si sta affermando. I centri antiviolenza dovrebbero lavorare anche sugli uomini”.
Per Bindi, viviamo ancora in una società maschile: “La sfida è questa. Se il potere impara a prendersi cura forse sarà abitato di più dalle donne e da tutti. Lo rivendichiamo perché questo è il futuro. La politica è in crisi perché ha smesso di prendersi cura”. Su Armida Barelli, la cofondatrice dell’Università Cattolica Sacro Cuore, alla quale è stato dedicata l’edizione del convegno, Bindi aggiunge che “è stata capace di prendersi cura delle moltitudini”. “Secondo me della Barelli dovremmo ricordare perché è stata emarginata, mentre va sottolineato che le cose belle sono per tutti. Questo vale anche per la politica. L’indebolimento – critica – dipende dal fatto che la cittadinanza non alberga nella coscienza delle moltitudini mentre va ripreso il valore condiviso”. Infine, riguardo a Bachelet, ricorda: “Era un grande valorizzatore di donne nell’Azione Cattolica. Molte volte gli ho sentito espressioni di stima verso le donne. Era una persona che sapeva prendersi cura degli studenti e dell’associazione. Nella sua vita ci ha insegnato cosa significhi prendersi cura a cominciare dalla sua famiglia”.